Come nasce il terreno del nostro orto

on Febbraio 12 | in Calendario Biodinamico, Orto Biodinamico | by | with No Comments

Il nostro orto non è isolato in un paesaggio, anche se, recintato o circondato da siepi, ci separa dall’ambiente circostante. Uno sguardo alle condizioni del paesaggio può aiutare a capire quel che avviene nel nostro orto. La recinzione non è un confine naturale; l’orto è parte di un paesaggio che si articola in pianure, colline, montagne e valli e anche zone residenziali Le comunità di piante, i campi coltivati e i boschi ne danno l’impronta e purtroppo anche l’urbanizzazione.

La superficie della terra. Attraverso i lunghi periodi della sua evoluzione, si è trasformata e continua ancora oggi a trasformarsi. La crosta solida si è formata sopra il manto plastico. Attraverso processi di scorrimento e sollevamento delle masse rocciose ancora plastiche sono sorte le montagne. Le glaciazioni, l’acqua, il calore, il freddo e i movimenti eolici hanno provveduto a disgregare, spianare e mescolare. Sulla superficie terrestre troviamo così l’aspetto differenziato del terreno e le rocce di varia natura. In tempi remoti ebbero origine le rocce primitive o plutoniche, come il granito con i più importanti minerali: quarzo, porfido e altri.

Più tardi si svilupparono le rocce sedimentarie: arenaria, calcare. Nel periodo della formazione delle rocce sedimentarie sorsero, attraverso l’attività vulcanica, rocce plutoniche più giovani, come basalto e fenolite.

La crosta terrestre è formata per il 95% da rocce plutoniche; ma alla superficie vi è circa il 70% di rocce sedimentarie.  Queste, diverse per composizione, peso specifico e disgregabilità, sono il materiale di partenza per la formazione del terreno. Perciò in determinate condizioni climatiche si sviluppano tipi di terreno caratteristici che troviamo adesso

Il nostro amico paesaggio “orto” è strettamente legato al più grande paesaggio “valle, pendio o pianura”, e ampliando, viene a far parte di regioni e continenti. Attraverso fiumi laghi e mari essi sono collegati l’uno all’altro e con l’atmosfera protettiva formano un tutto: la Terra.

Correnti marine e aeree, condizionate dall’irradiazione solare e dal movimento della Terra, sono elementi di collegamento. La luce e il calore del Sole, i ritmi della Luna e l’azione dei pianeti rendono possibile la vita sulla terra e la influenzano per capire questo è utile usare il calendario biodinamico.

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Argilla e humus come si creano

Molto semplificato: da una pianta, attraverso il processo di putrefazione, si forma sempre più sostanza organica decomposta; da una pietra, attraverso il processo di disgregazione, si forma materiale finemente triturato fino alla frazione argillosa. Tutto ciò, compresi gli stadi intermedi, sono le sostanze di partenza per le nuove formazioni del terreno.

Il prodotto di disgregazione delle rocce dà luogo a nuovi minerali, minerali argillosi secondari, come caolinite, illite e montmorillonite, che hanno struttura lamellare come la mica. I minerali argillosi rimangono in sospensione colloidale (colloide argilloso). Questo stato gelatinoso può modificarsi a causa di un cambiamento della reazione del terreno (valore pH), per esempio quando vi sono più forti concentrazioni di Sali. I minerali argillosi degenerano, cristallizzano e si formano i Sali.

I microrganismi e le reazioni chimiche favorite dall’apporto di aria e dal pH del terreno trasformano la sostanza organica in sostanza umica, il vero e proprio humus. Anche le sostanze umiche si trovano allo stato colloidale. In assenza di aria (per esempio per eccesso di umidità) il processo di decomposizione arriva alla putrefazione. Si forma acido solfidrico (percepibile nel terreno dal colore nero-bluastro e dal cattivo odore) e metano (gas delle paludi).

L’origine minerale ed organica dei minerali argillosi e delle sostanze umiche è difficile da riconoscere; essi si uniscono nei complessi argilla-humus. Anche qui abbiamo di nuovo passaggi continui. I complessi argilla-humus si formano prevalentemente per mescolamento e impasto nell’intestino dei lombrichi.

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