ASSENZIO GENTILE (ARTEMISIA PONTICA L.)
Uso agricolo
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L’Assenzio gentile non si trova in Italia allo stato spontaneo, ma è largamente coltivato, specie nel Piemonte.
E’ un’erba perenne di non grande sviluppo (35-50 cm di altezza) con numerosi fusti sottili ed assai ramificati; le foglie sono di colore grigiastro e ricoperte di una fitta peluria; esse hanno contorno triangolare e sono suddivise in lacinie sottilissime. Tutto ciò dà alla pianta una particolare leggerezza quasi evanescente di assai bell’effetto; da questo forse deriva la qualifica di gentile che le viene attribuita.
L’Assenzio gentile ha il suo impiego principale in liquoreria, la sua essenza è pregiata e abbastanza richiesta.
La riproduzione della pianta si fa per divisione dei cespi e per rizomi. Il terreno di coltivazione per l’Assenzio gentile deve essere soleggiato, ben esposto, in località non troppo elevata, riparato dai venti freddi, di composizione siliceo-calcarea ma non troppo argillosa; in collina sono da preferirsi i terreni con esposizione a levante o a mezzogiorno, possibilmente irrigabili, comunque freschi.
La lavorazione del terreno deve essere effettuata con cura e ad una profondità di 35-40 cm, interrando abbondantemente letame in ragione di circa 300 q ad ettaro. Prima della piantagione si effettua una seconda lavorazione incorporando concimi azotati, fosfatici e potassici.
La piantagione si effettua in autunno (ottobre-novembre) o in primavera assai presto (febbraio-marzo), aprendo solchi distanti circa 35 cm l’uno dall’altro e della profondità di circa 15 cm; nel fondo si mettono i cespi ed i rizomi senza soluzione di continuità e si ricopre con il terriccio spostato in precedenza per l’apertura dei solchi, in modo che le parti sotterranee della pianta finiscano col trovarsi alla profondità di 4-5 cm dal livello del terreno.
Qualora si preveda di irrigare l’appezzamento a scorrimento, occorre lasciare ogni 3-4 solchi un intervallo di 50-60 cm in cui far passare a suo tempo il solchetto per l’acqua d’irrigazione.
Bisogna tener presente che i rizomi soffrono molto se lasciati esposti all’aria e all’asciutto: occorre quindi che la piantagione sia fatta quando il terreno è fresco e venga effettuata sollecitamente; consiglio anche di rullare il terreno a piantagione avvenuta per far aderire bene la terra ai cespi ed ai rizomi. In primavera si effettuano 2 o 3 sarchiature accompagnate da leggere nitritazioni; in estate si irriga spesso.
La raccolta dell’Assenzio gentile si fa recidendo la pianta alla base, quando essa è completamente fiorita (capolini decisamente di color giallo); il prodotto si porta subito alla distilleria per ottenere l’essenza, oppure si secca all’ombra se si vuol destinare la droga all’erboristeria.
Pur trattandosi di pianta perenne, non consiglio di tenere la coltivazione per più di un anno sullo stesso terreno, perché le piante accestiscono assai ed i rizomi formano uno spesso strato superficiale che rende difficili le operazioni colturali, meglio quindi coltivare questa pianta come annuale destinando ad essa nella rotazione il ruolo di coltura da rinnovo.
In condizioni normali di mercato la coltura dell’Assenzio gentile risulta economicamente conveniente sia per la produzione di droga secca che di essenza.
ASSENZIO MAGGIORE (ARTEMISIA ABSINTHIUM)
Uso agricolo
Si trova assai abbondante allo stato spontaneo anche nelle Marche in tutta la zona montana e submontana, in alcune aree copre notevoli estensioni soffocando ogni altra vegetazione.
Pur essendo il prodotto spontaneo assai abbondante, ritengo che la coltivazione di questa composita perenne, sui pendii scoscesi ed ovunque si abbiano terreni calcarei asciutti, sia consigliabile.
Gli esperimenti da me fatti mediante semina primaverile in semenzaio e successivo trapianto a dimora in autunno hanno dato sempre esito favorevole, perché la pianta si è dimostrata rusticissima; una volta impiantata, infatti, non richiede più alcuna cura all’infuori di qualche saltuaria sarchiatura o scerbatura.
Dell’Assenzio maggiore sono richieste la pianta essiccata e le sommità fiorite; le pratiche relative alla raccolta, all’essicazione ed alla preparazione del prodotto sono in tutto analoghe a quelle seguite per la congenere Artemisia poetica L.
Distillando la pianta in verde si ottiene in forte percentuale olio essenziale di colore rosso-bruno, denso, di aroma bruciante; questa essenza è talvolta richiesta.
La richiesta di sommità essiccate è notevole; la produzione interna si aggira sui 4000 kg.
« Che cosa rappresentano le ERBE DI CAMPAGNA dette infestanti Piantaggine »