Specie: Rheum rhaponticum L.
Famiglia: Poligonaceae
Sinonimo: Rheum rhabarbarum
Generalità
Il Rabarbaro rapontico (o Rabarbaro europeo) si trova spesso negli orti familiari o anche come pianta ornamentale; in Francia e Inghilterra viene coltivata come coltura intensiva.
fiore |
Si utilizzano i piccioli fogliari carnosi e succulenti dal sapore gradevolmente acidulo per preparare marmellate; i lembi fogliari sono inutilizzabili per l’elevato contenuto di acido ossalico.
radice |
In liquoreria ed erboristeria viene impiegata la radice dal sapore amaro. Essiccata e ridotta in polvere, viene utilizzata a scopi medicinali (tonico e purgativo). L’attività del Rabarbaro rapontico è inferiore a quella del Rabarbaro cinese (Rheum palmatum L.) importato per uso erboristico.
foglie |
Caratteri botanici
Il Rabarbaro è una pianta erbacea vivace originario dell’Asia Centrale (Urali e Caucaso).
Il Rabarbaro forma un robusto rizoma giallo con radici profonde; da questo si sviluppa una rosetta di foglie molto grandi ovali, con margine crenato. Le foglie presentano un picciolo lungo e grosso, cilindrico scanalato, rossastro. Lo stelo fiorale è alto fino a 2 metri; presenta piccoli fiori ermafroditi biancastri riuniti in pannocchia; l’impollinazione è anemofila; il frutto è una nocula, che viene impiegata come seme. Si propaga per seme (in primavera) o per divisione dei rizomi (in autunno-inverno).
frutto |
Coltivazione e Preparati biodinamici
Si distinguono cultivar a picciolo verde e a picciolo rosso.
Presenta basse esigenze termiche e si adatta bene a climi freddi e umidi. Resiste alle gelate invernali grazie al rizoma che ricaccia in primavera. E’ poco adatto ai climi caldi e asciutti del Sud, dove prefiorisce ed arresta la crescita. I terreni ideali sono a medio impasto, profondi e freschi, con pH tra 5 e 7, non soggetti a ristagni idrici.
Prima dell’impianto è necessaria una lavorazione profonda, con distribuzione di letame compostato.
Le piantine o le sezioni di rizoma munite di gemme vengono posta a dimora in autunno o all’inizio della primavera a 1,5-2 m tra le file e 1 metro lungo la fila. Le cure colturali si basano sul controllo delle erbe spontanee e sull’innaffiatura che deve essere regolare; in autunno si somministrano preparato 500 e in primavera 500 e 501.
Raccolta e conservazione
La raccolta inizia al secondo anno, asportando a mano i piccioli fogliari privati del lembo. Di solito si lascia sulle piante un terzo delle foglie presenti. I rizomi possono essere raccolti al 3-4° anno, vengono ripuliti dalla terra, tagliati a fette e lasciati essiccare (60-70 quintali ad ettaro di rizomi secchi al termine della coltura).
Avversità e parassiti
E’ una pianta rustica, soggetta a poche avversità, tra cui gli attacchi fogliari di Phyllosticta straminella e Colletotrichum erumpens, e quelli di afidi, facilmente controllabili con utilizzo di macerato d’ortica.
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