Pasta per tronchi
articolo di Fabio Fioravanti
Le varianti alla pasta tradizionale per tronchi definita anche «Protezione degli alberi dinamica» (P.A.D.)
Con la pasta per tronchi nella sua formulazione tradizionale (1/3 di letame di mucca fresco, 1/3 di bentonite, 1/3 di sabbia silicea + decotto di equiseto in aggiunta agli ingredienti solidi per ottenere una polenta alla quale, in ultimo, si aggiunge un 2-3% di silicato di sodio perché vetrifica il tutto e lo fissa attorno al tronco) abbiamo un ottimo strumento per la protezione di tutti i tipi di alberi.
La pasta vivifica e nutre il tessuto del cambio e va bene in tutti gli stadi vegetativi. Da applicare alla fine dell’inverno sul tronco ripulito, si spalma con una scopa o con le mani, indossando però guanti in gomma a manica lunga.
Possiamo utilizzare delle varianti valide nel caso si abbiano piante vecchie, nel caso in cui si voglia indurre produzione e pezzatura, nel caso si voglia un effetto antigelo, o un’azione disinfettante, o si voglia ottenere un’azione anticaldo-antistress, oppure per favorire l’allegagione e infine per il controllo dell’oidio.
P.A.D. per indurre vigore (per piante vecchie)
Si usa 1/3 di letame di mucca fresco + 1/3 di argilla (bentonite) + 1/3 di litotamnio micronizzato (alghe). Per impastare e mescolare il tutto si utilizza il preparato «500» pronto all’uso, cioè cornoletame sciolto in acqua calda (36° circa) e dinamizzata. Si aggiunge «500» quanto basta per ottenere una polenta che non sia troppo liquida o troppo consistente. Si può aggiungere al tutto un 5% di leonardite. È da tenere presente che l’aggiunta di 1-2% di silicato di sodio aiuta la pasta ad aderire al tronco per un periodo maggiore (ciò vale per tutti i tipi di pasta).
P.A.D. per indurre produzione, qualità e pezzettatura
Si utilizza 1/3 di letame fresco di mucca + 1/3 di bentonite (no argilla bianca) + 1/3 di basalto o lapillo vulcanico, il tutto mescolato con il preparato «500» dinamizzato in acqua e pronto all’uso (quanto basta).
P.A.D. antigelo
Con la formulazione antigelo ci si limita a contrastare i danni delle gelate tardive, quelle primaverili, quando la temperatura scende di 2 o 3 gradi sotto lo zero, oppure a ridurre gli stress che la pianta subisce per colpa degli sbalzi termici tra giorno e notte, quando durante la notte si va sottozero e di giorno la temperatura sale.
Si usa 1/2 parte di letame di cavallo + 1/2 parte di bentonite. Poi si prende il preparato «507» a base di valeriana e se ne utilizzano 10-15 gocce in 10 litri di acqua che viene poi usata per mescolare letame e argilla fino ad ottenerne una polenta morbida. La parte liquida va aggiunta solo fino al raggiungimento della consistenza giusta.
P.A.D. disinfettante
Si utilizza 1/3 di letame di mucca anche compostato + 1/3 di bentonite + 1/3 di cenere di legna (cenere che può essere di pioppo, di quercia, di abete, di frassino; la cenere deve sempre essere setacciata, poiché le parti non incenerite, come il carboncino, sono da evitare). Non utilizzare cenere di alberi da frutta, soprattutto se sono ceneri della propria azienda. Si mescola il tutto con decotto di equiseto. Si può aggiungere qualche goccia di propoli e qui è bene non dimenticare anche l’1-2% di silicato di sodio.
P.A.D. anticaldo o antistress
Si usa 1/3 di macerato di ortica (si fa macerare 1 kg di ortica fresca in 10 litri di acqua che non deve arrivare a puzzare) + 1/3 di bentonite + 1/3 di argilla bianca. Si mescola il tutto e si usa.
P.A.D. per favorire allegagione
Si usano 1/4 di letame che può essere di coniglio, di pecora o di capra, meglio se compostati, oppure letame fresco di mucca gravida + 1/4 di bentonite + 1/4 di litotamnio + 1/4 di leonardite. Il tutto mescolato con il preparato «500» pronto all’uso quanto basta.
P.A.B. antioidico
Questa formulazione non è una vera e propria pasta, ma è una miscela che va diluita all’1% in acqua e quindi spruzzata su tutto l’albero usando pompe a spalla, atomizzatori, ecc.
Si usa 1/3 di zolfo bagnabile (si consiglia la ditta Cerrus) + 1/3 di bentonite + 1/3 di litotamnio (alghe); si mescolano tra di loro e si utilizzano all’1% in acqua.
P.A.D. per piante deboli o debilitate (consigliato nel periodo estivo)
Utilizzare 20 kg di bentonite (argilla) + 1 litro di yogurt da agricoltura biologica o biodinamica (è importante che vi siano Lactobacillus acidofilus, Bifidobacterium, Lactobacillus casei e il Lactobacillus bulgaricus: questi importanti microrganismi sono presenti all’interno di yogurt di qualità) + 2 litri di latte intero non pastorizzato (anche questo da agricoltura biologica o biodinamica) + 0,4 kg di zucchero di canna biologico + 50 gr di «500K» (dinamizzato in 10 litri di acqua tiepida per 20 minuti). Il tutto va miscelato aggiungendo, se necessario, acqua tiepida quanto basta fino ad ottenere una crema omogenea e compatta. Deve poter essere spalmabile sul tronco e aderire bene (in alternativa alla bentonite o argilla, è possibile usare anche il bentotamnio; ciò darebbe spinta vegetativa e vigoria).
Con queste paste occorre ricoprire il tronco, dalla base fino alle prime diramazioni (non oltre), formando una protezione omogenea dello spessore di 3-4 millimetri. Questa tecnica serve anche a contenere lo sviluppo di molti parassiti che svernano nelle fessure delle cortecce impedendone la fuoriuscita. È bene distribuire la pasta lontano da piogge o da gelate per darle il tempo di seccare bene. Ciò garantisce una protezione duratura.
La pasta per tronchi può anche essere diluita in acqua per essere poi spruzzata con attrezzature adeguate, nel caso in cui si debbano trattare aziende molto grandi, poiché ricoprire centinaia di tronchi richiederebbe tantissimo lavoro manuale e non sempre si ha tempo.
La diluizione quindi è pari al 2-3% circa in acqua, praticamente si «sporca» l’acqua che si andrà a spruzzare su tutta la pianta. Occorre assolutamente sostituire la sabbia (per la formula liquida) con silicato di sodio in quantità molto minore rispetto al terzo di sabbia che si usa per la pasta. Questo perché si intaserebbero gli spruzzatori o ugelli (il tutto va filtrato bene!). È chiaro che l’effetto del formulato liquido è inferiore rispetto alla pasta, ma non è da sottovalutare. Mai superare comunque il 5% di silicato di sodio sulla quantità totale di liquido. Alternativa naturale al silicato è il bianco d’uovo. Nel caso della formulazione liquida occorrono 2 o 3 passaggi ripetuti, in modo che fra un passaggio ed il successivo si dia tempo alla miscela liquida di seccare sulla pianta.