Il cornoletame: specifiche e preparazione
(tratto da “L’orto biodinamico” di Heynitz/Merckens)
La digestione della mucca è un processo molto complicato. Il bovino, ruminante, con i suoi 200l di contenuto di stomaco-intestino vive interamente nella digestione.
Nella preparazione del concime la digestione viene continuata in una fermentazione guidata. Così il letame (anche in minime concentrazioni che con il mescolamento si espandono all’acqua) agisce nel terreno fecondandone i processi vitali.
Quando utilizzare il cornoletame?
Le epoche più propizie per questa operazione nell’orto sono la primavera e l’autunno, quando vengono effettuati soprattutto concimazioni e lavorazioni del suolo, semina e trapianto.
Il cornoletame trova in questi mesi il migliore impiego.
Inoltre per l’orticoltore spesso si ripete lo stesso lavoro, e non è sempre possibile rimescolare il preparato per ogni aiuola. Questo non è più necessario se ci si è abituati a fare le irrorazioni nelle epoche indicate nell’anno orticolo.
Il razionale impiego del cornoletame vivifica il terreno e rafforza lo sviluppo delle piante, creando nel contempo la premessa per la successiva irrorazione di cornosilice. Se ne ricava la norma fondamentale: prima il cornoletame sul terreno per favorire la crescita delle radici e delle giovani piante; poi il corno silice sulla pianta verde che comincia a crescere e a germogliare.
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Poco importa che non balzi subito agli occhi la differenza tra un’aiuola trattata e una non trattata; qui si ha a che fare con effetti materialmente molto tenui che richiedono un altro criterio di valutazione. L’orticoltore tuttavia imparerà con un po’ di esercizio a osservare e scoprire qualche segno.
Sono le leguminose che reagiscono molto presto al preparato con una crescita rigogliosa e una più intensa colorazione verde. Anche se le altre colture non danno questa impressione, esse tuttavia rilevano chiare differenze nello sviluppo delle radici. Estraendo alcune piante ci accorgiamo quanto a fondo sia penetrata la loro massa radicale.
Questo non ha importanza solo per la compenetrazione di un più vasto spazio di terreno, ma anche per l’approvigionamento dell’acqua dagli strati più profondi. L’orticoltore potrà constatare la stessa cosa nei suoi cassoni di trapianto.
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Le giovani pianticelle sviluppano un apparto radicale molto più forte. Lo scienziato registra un aumento di humus, l’allentamento della struttura del terreno e un approfondimento della zona di terreno compenetrata dalle radici (Pettersson e v. Wistinghausen 1977).
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