Il legno è un elemento meraviglioso. Da millenni l’umanità ha tratto dal legno calore, attrezzi, protezione e bellezza, grazie all’opera dei grandi intagliatori. Uno dei compiti più importanti del nostro tempo è quello di salvaguardare i boschi della terra, che sono la fonte di questa ricchezza. Per fortuna c’è il motivo di essere ottimisti, nonostante la morte dei boschi e l’annientamento delle foreste equatoriali: ci sono paesi come la Svezia, dove non viene abbattuto neanche un albero senza che un altro sia piantato, ci sono rimboschimenti in tutto il mondo, ci sono gli sforzi degli ambientalisti che si stanno affermando. E’ notevole il contributo che può dare, in molte direzioni, la riscoperta e l’osservanza delle vecchie regole della cura del bosco e del taglio degli alberi per la “salvaguardia dei boschi”.
Il legno è un materiale molto “vivo”. Dopo il taglio il legno vive ancora: lavora, come dice chi conosce il legno. A seconda della specie del legno, della stagione e, come si vedrà, del momento del taglio, esso secca in fretta o lentamente, rimane morbido o si indurisce, rimane pesante o diventa leggero, si incrina oppure no, si piega o rimane liscio, marcisce e viene attaccato dai vermi o rimane immune da parassiti e fenomeni di decomposizione.
In generale si può dire che, come per tutte le altre regole, non esistono giorni buoni o cattivi. Determinante è lo scopo finale: c’è una grande differenza se il legno debba essere usato per pavimenti, botti, ponti, ossatura del tetto, strumenti musicali o per lavori di intaglio. Anche la specie del legno ed il modo di crescita naturalmente vanno tenuti presente.
Il legno cresce diritto, girando verso destra o verso sinistra (si riconosce dalla corteccia). La differenza è facile da scoprire: un albero che gira verso destra si avvita verso l’alto come un cavatappi orizzontale tenuto in altezza. Anche questo “verso” va preso in considerazione per la scelta dell’utilizzo del legno.
Le scandole dovrebbero essere dritte o tendere appena verso sinistra. Bagnato, il legno deve essere diritto o tendere appena verso destra, in quanto il legno che tende a destra dopo il taglio rimane in piedi, significa che il verso non cambia. Il legno che tende verso sinistra, invece, piegherebbe piano piano le grondaie e l’acqua verrebbe riversata.
Curiosamente il legno che tende verso sinistra dopo il taglio “lavora” più di quello che tende verso destra o quello dritto. In più, i fulmini colpiscono esclusivamente alberi che tendono verso sinistra. Ecco un’utile indicazione per coloro che nel bosco vengono sorpresi da un temporale: ripararsi solo sotto alberi che tendono verso destra o dritti.
Nel Tirolo ed in molti altri paesi si fa ancora attenzione al momento del taglio degli alberi. Chiedendo a certi commercianti del legname tagliato al momento giusto, si viene condotti con una strizzata d’occhi ad una catasta particolare. Ci sono ditte di commercio di legname, in Brasile per esempio o in altri Stati del sud, nei quali vengono stipulati contratti con i fornitori nei quali i boscaioli possono vendere solo legname tagliato in determinati periodi.
Naturalmente molti altri non badano più al momento giusto, anche per motivi di organizzazione o perché al lavoro viene data poca importanza, o semplicemente perché non se ne ha più conoscenza. Inoltre, al primo sguardo, il rispetto del momento giusto può apparire complicato e dispendioso, ma non lo è. Il lavoro deve comunque essere svolto; facendolo al momento giusto, si ottengono molti vantaggi in più.
Una regola generale che vale per tutti: si possono trattare con successo tutti gli alberi che non crescono più o lo fanno stentatamente o sono malati, tagliando loro la cima (più cime se si tratta di latifogli) in luna calante, preferibilmente IV quarto o, ancora meglio, a luna nuova. La cima dovrebbe essere asportata appena dopo un ramoscello laterale, che poi crescerà verso l’alto come nuova cima.