L’arrivo della primavera coincide con i migliori periodi per iniziare le semine in pieno campo. Con l’arrivo della primavera e l’inizio del mese di aprile, le temperature crescenti consentono di seminare direttamente in pieno campo sempre più specie orticole.
Fagioli e fagiolini
Bisogna comunque tener presente che la miglior semina si effettua sul terreno che sia sufficientemente asciutto dato che, un’eccessiva umidità non è solo un problema per quanto riguarda la circolazione dei gas a livello radicale, ma anche perché un terreno umido si riscalda molto più lentamente rispetto a un terreno asciutto nel quale l’aria calda prodotta dal sole primaverile circola e riscalda le particelle del terreno.
Ecco quindi che si può cominciare a pensare di seminare altre leguminose (oltre al pisello che è stato seminato già più di un mese fa, a metà – fine febbraio) come il fagiolo, il fagiolino e, a seconda delle diverse aree geografiche, fave, lenticchie, ceci ed altre tipicità locali. In particolare le prime due, che sono le più diffuse e alle quali ci riferiremo, si possono seminare fin da fine marzo, proseguendo con pause tra una semina e l’altra adeguata al nostro fabbisogno, fino ad arrivare all’autunno e, se il clima lo permette, all’autunno inoltrato.
Per le prime semine è consigliabile, se possibile, coprire il terreno appena seminato con del tessuto non tessuto per favorire un miglior riscaldamento dei primi strati del suolo ed un più duraturo mantenimento di tali temperature. Il telo è consigliabile, inoltre, se la zona è soggetta ad attacchi alle giovani colture da parte di volatili, i quali aggrediscono le pianticelle sino al momento dell’emissione delle prime foglie vere, dopo il quale, le ricche sostanze nutritive di cui sono rigonfi di cotiledoni sono già state assorbite dalla piantina in accrescimento.
È consigliabile seminare anche queste specie preferibilmente su aiole in file distanti tra loro 45 cm (o 75 nel caso in cui gli attrezzi di cui si dispone abbiano queste dimensioni), mentre sulla fila è indicato porre i semi ad una distanza di 4-6 cm tra l’uno e l’altro.
Nel caso in cui il terreno fosse molto asciutto al momento della semina, è opportuno intervenire con un’irrigazione di soccorso al fine di favorire una rapida germinazione del seme.
Il ciclo di queste piante dal momento della semina alla raccolta è di circa 60 giorni per il prodotto fresco mentre, nel caso del fagiolo secco ad esempio, il periodo si allunga a 80-100 giorni. Questi periodi sono indicativi e riferiti a varietà cosiddette “nane”, cioè che non si sviluppano oltre i 50-70 cm di altezza. Per quanto riguarda le varietà “rampicanti”, rimane invariato il periodo tra la semina e la prima raccolta, mentre la raccolta completa dei prodotti avviene in un periodo variabile tra i 15 e i 50 giorni. In questo caso è ovviamente necessario provvedere alla posa di appositi tutori come le reti plastiche a maglie larghe oppure utilizzando i rami degli alberi potati.
Queste piante non hanno bisogno di concimazioni particolari e generalmente non sono attaccate da parassiti estremamente dannosi.
In alcuni casi, come avvenuto in questi ultimi anni a causa delle elevate temperature, possono essere attaccate da:
– acari (microscopici ragni che manifestano la loro presenza attraverso una leggerissima e finissima ragnatela) che se presenti in grandi quantità possono essere allontanati con prodotti a base di zolfo (S);
– virus, i quali indeboliscono la pianta fino a portarla al completo disseccamento e alla morte prima che dia il frutto, generalmente queste patologie sono veicolate dagli afidi e non vi sono, attualmente, rimedi o mezzi tecnici efficaci per ridurne l’espansione;
– ruggine (malattia fungina che si manifesta con piccole chiazze di color marrone scuro come la ruggine) che se presente in grandi quantità, può essere controllata con prodotti a base di rame (Cu) come ad esempio il solfato di rame.
Zucche e zucchine
Se le temperature lo permettono, già dai primi di aprile è possibile seminare a pieno campo zucche e zucchine. Per queste ultime è consigliabile, nel caso si vogliano raccogliere i loro frutti già dai primi di maggio, provvedere al loro trapianto in campo e copertura con teli plastici per favorire il mantenimento di una temperatura elevata all’interno dei tunnel già da metà marzo. Queste piante prediligono terreni molto fertili per dare buone produzioni, quindi di preferenza è consigliabile coltivarle in terreni sui quali sia stato fatto un sovescio, oppure nei quali le colture precedenti non abbiano completamente asportato i più importanti principi nutritivi.
Entrambe queste cucurbitacee si sviluppano molto ed hanno bisogno di spazi adeguati alle loro dimensioni finali. È sempre consigliabile, pertanto, riservare spazi abbondanti tra le piante (50-60 cm) sulla fila. Tra le file gli spazi devono essere sufficientemente ampi per contenere l’abbondante vegetazione e consentire la raccolta quotidiana delle zucchine o lo sviluppo delle varie branche per le zucche. Soprattutto per queste ultime è sconsigliata la pratica della cimatura dei vari “tralci” (che consiste nell’asportare l’apice vegetativo del ramo giunto ad una certa distanza dalla radice) e che, favoriva l’accrescimento di un numero minore di frutti ma di più elevate dimensioni, oggi più difficilmente utilizzabili nelle cucine domestiche dato il diminuire della composizione del nucleo familiare medio.
Dato che queste piante non riescono a dare in tempi rapidi una grande copertura al suolo, sono facilmente soggette a problemi legati alle erbe infestanti. In questo senso, per facilitare il diserbo meccanico ed evitare di danneggiare le piante in prossimità del colletto, è fortemente consigliato provvedere ad una pacciamatura della fila. Tutti i metodi di pacciamatura risultano efficaci purché ben sistemati e non presentano particolari controindicazioni come avviene per altre colture.
Dal momento della semina alla raccolta passano circa 40-50 giorni per le zucchine, mentre ne servono circa 100-120 per le zucche. Mentre le prime, come tutti sanno, sono raccolte e immediatamente consumate ad uno stadio di non completa maturazione, le zucche sono tutte conservabili a temperatura ambiente per periodi più o meno lunghi a seconda delle varietà. In particolare alcune tipologie di zucche si conservano a temperature intorno ai 7°C ed umidità relativa bassa per diversi mesi dopo la loro raccolta che, però, deve essere fatta facendo attenzione a raccoglierle lievemente immature, poiché una loro eccessiva maturazione comporterebbe una diminuzione della conservabilità.
Le patologie tipiche di queste colture sono:
– fungine (peronospora e oidio)
– causate da insetti (afidi che, generalmente, le contagiano con virus che le portano alla morte).
Mentre le prime due sono facilmente controllabili con oli vegetali di zolfo, gli afidi si controllano con prodotti ammessi ma, soprattutto, creando un ambiente ricco di biodiversità e, di conseguenza, dei loro parassiti.
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