La crescita più o meno rigogliosa di verdure, fiori, cespugli, alberi ci segnala nel modo migliore se il nostro terreno è fertile o meno. Per conoscere la causa di una crescita stentata e poter intervenire adeguatamente è necessario avere alcune nozioni.
Profondità: le radici hanno bisogno di spazio sufficiente per espandersi e per potersi fissare nel terreno. La crescita in profondità può essere limitata da rocce solide, acque freatiche o di ristagno, carente passaggio d’aria, croste (pietre, giacimenti di ferro, solchi d’aratro), quindi da terreni non vivificati.
Acqua: non solo le nostre piante hanno sete, anche gli organismi del terreno hanno bisogno di acqua per vivere. È quindi importante che il terreno assorba l’acqua (infiltrazione), la trattenga e lasci filtrare quella eccedente nelle falde sotterranee. Terreni leggeri, sabbiosi e permeabili assorbono l’acqua, ne trattengono poca e la lasciano passare. I terreni löss tendono facilmente a trasformarsi in fango, e nei pendii si verifica un deflusso superficiale; l’argilla pesante si gonfia, tutti i pori si chiudono, l’acqua non può filtrare, il terreno si inzuppa. I terreni umici assorbono come spugne, e l’acqua in eccesso può filtrare.
Terreno löss |
Aria: nel terreno le radici delle piante e gli organismi respirano. I pori grandi sono pieni di aria, e in condizioni favorevoli l’ossido di carbonio che si forma viene espirato. Terreni compatti non respirano. L’azoto costituisce circa 78% dell’aria. Esso non può essere assorbito direttamente dalle piante, ma viene fissato dai microrganismi nel terreno e in simbiosi con le papilionacee. Poi le precipitazioni atmosferiche portano piccoli quantitativi di azoto nel terreno.
Calore: i terreni scuri si riscaldano più facilmente di quelli chiari. I terreni bagnati sono freddi a causa dell’evaporazione, ma mantengono meglio il calore interno. Nei terreni asciutti l’influsso del calore è ostacolato, perciò questi terreni, soprattutto in avvallamenti, sono minacciati dai geli tardivi.
Reazioni di terreno leggermente acide (pH 6,5) in terreni leggeri e argillosi creano le condizioni ottimali di crescita vegetale. I terreni sabbiosi dovrebbero essere un po’ più acidi; quelli argillosi neutri fino a debolmente alcalini. Umidità eccessiva, mancanza d’aria e anche alcune piante (ad es. l’erica) rendono il terreno acido. In terreni calcarei dominano condizioni alcaline.
Sostanze minerali: le piante assorbono dal terreno le sostanze minerali sotto forma di Sali sciolti. Azoto (N) fosforo (P), potassio (K), sono gli elementi che Justus von Liebig considera come le principali sostanze nutritive; ad essi si aggiungono calcio (Ca), magnesio (Mg) e zolfo (S), oltre ad elementi in traccia come boro (B), molibdeno (Mo), ferro (Fe), manganese (Mn), zinco (Zn), rame (Cu), silicio (Si).
Dai minerali in fase di disgregazione si liberano le sostanze minerali: fosforo dall’apatite, potassio dal feldspato, magnesio dalla mica, calcio dal calcare, ecc. Inoltre dall’atmosfera vengono sostanze minerali in finissima ripartizione. La pianta assorbe e trasforma tutti questi Sali, e mediante processi vitali è in grado di costruire un corpo organico dalle sostanze minerali.
“Le forze inorganiche creano sempre solo l’inorganico. Mediante una forza superiore che agisce nel corpo vivente, al cui servizio sono le forze inorganiche, nasce la sostanza organica dotata di qualità vitali, diversa dal cristallo, con forme caratteristiche.” (Liebig)
Attraverso putrefazione o mineralizzazione le sostanze minerali ritornano nel terreno e rimangono in ciclo. Sali sciolti si depositano nei complessi umico-argillosi, ove non possono essere dilavati, ma vengono più facilmente sciolti e assorbiti dalle radici.
Struttura del terreno: la struttura permette di riconoscere nel modo migliore lo stato del terreno. Se esso è soffice e facile da lavorare anche le condizioni di sviluppo delle piante sono favorevoli. Un terreno sciolto è elastico, lascia penetrare acqua, non si asciuga tanto facilmente, sopporta pressione e piogge torrenziali.
I terreni con struttura debole si trasformano facilmente in fango e, soprattutto sui pendii, vengono asportati dall’acqua. Alla formazione di fango segue l’erosione.
I terreni sabbiosi con struttura a grana separata sono permeabili, non trattengono l’acqua e quando il terreno filtrante si scioglie anche le sostanze minerali vengono dilavate.
I terreni argillosi si gonfiano con l’umidità e non lasciano penetrare aria. Con la siccità si restringono e formano zolle durissime e grosse (aggregati).
Parliamo di terreni leggeri (sabbia) perché sono facili da lavorare e dopo la pioggia si può fare una seconda lavorazione, e di terreni pesanti (argilla). Questi richiedono maggior lavoro e reagiscono più sensibilmente all’umidità perché diventano subito vischiosi; asciutti formano grossi aggregati (zolle). Questi terreni devono venire lavorati al momento giusto.
L’optimum è il lehm sabbioso (LS) in cui è presente sabbia e argilla in giusta proporzione, frammiste a humus.
Humus: la sostanza organica decomposta e mineralizzata in parte ritorna in ciclo attraverso gli organismi del terreno e le piante, formando l’humus nutritivo; in parte serve a costruire le sostanze umiche permanenti che formano l’humus stabile. Dallo stato e dalla quantità della sostanza organica dipendono in fondo tutte le altre caratteristiche della fertilità.
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