Le caratteristiche di fertilità ci consentono di avere informazioni sullo stato dei nostri terreni. Prima di tutto si deve conoscere l’habitat: luogo, altitudine, precipitazioni, temperatura, posizione, rocce di base, tipo e qualità del terreno, stato della struttura, utilizzazione del suolo.
Questi dati possono venir ricavati dall’orticoltore stesso senza difficoltà. Inoltre in autunno, dopo la fine della vegetazione, si possono esaminare campioni prelevandoli dall’intera superficie in punti equidistanti, meglio di tutto con una sonda a 20 cm di profondità. In alcuni casi, campioni estratti dal sottosuolo danno maggiori informazioni. Se non si hanno sonde a disposizione, si può usare la vanga. In tal caso bisogna fare attenzione che i campioni non risultino cuneiformi. Per ogni ara si devono ottenere 10 prelievi che vanno poi ben mescolati fra loro a costituire un campione: 1 chilo.
A questo punto si può fare l’analisi chimica per determinare il valore pH, il carbonio (C x 2 = sostanza organica), l’azoto (il rapporto C/N è importante per giudicare lo stato dell’humus), le sostanze minerali, il fosforo, il potassio, il magnesio ed eventuali oligoelementi. Per valutare le analisi di laboratorio si deve consultare un abile tecnico. Consigli superficiali di concimazione sono per lo più insufficienti.
Il risultato delle analisi è limitato nel tempo; va letto e capito subito. Di solito contiene i seguenti dati:
lo stato del calcio può essere espresso in due modi:
- in un valore di acidità (pH)
- si indicherà il contenuto di calcio come CaCO3; il fabbisogno di calcio come CaO.
I dati sul contenuto di anidride fosforica (P2O5), potassa (K2O9 e magnesio (Mg o MgO) vengono espressi in mg (milligrammi) ogni 100 g di terreno, e sono indicabili in mi (= minimo), me (= medio) e a (= alto).
Quali sono i dati che servono al piccolo orticoltore? Importante è conoscere la struttura del terreno. Il limoso/sabbioso (LS) è il terreno orticolo ideale.
Indispensabili sono i dati sullo stato calcico. Ogni tipo di ortaggio ha un valore pH particolarmente favorevole; i valori oscillano fra 6 e 7,5. La seguente lista lo evidenzia con chiarezza (modificata secondo Buffler, Reich 1979) il ph ideale per le principali colture:
aglio, prezzemolo, carote, bietole | 6 – 7,5 |
Cavolfiore, cavolo rosso, rape, verza, cavolo bianco, cipolla | 6,5 – 7,5 |
Asparagi, sedano, scorzonera | 6,3 – 7,5 |
Cavoli di Bruxelles, piselli, indivia | 6,5 – 7,5 |
Cetrioli, insalata | 6 – 7,5 |
Spinaci, radicchi, rafano, cavolo-rapa, cavolo riccio, fagioli, pomodori | 5,5 – 7 |
È semplice elevare un po’ il valore pH con quantità di calcio ben dosate (alghe calciante), o anche mescolando al concime organico farina di ossa. Abbassare un valore pH troppo elevato (nei tappeti erbosi, giardini di erica, rododendri) è di gran lunga più difficile, con concimi che acidificano fisiologicamente lo si ottiene solo a poco a poco; l’acidificazione con soluzione al 2% di acido acetico glaciale è una misura di emergenza. Se in una parcella paludosa si devono ottenere rapidamente condizioni ottimali del terreno per una piantagione, la cosa più sicura è creare un substrato di torba acida (dopo aver scavato il terreno alcalino riempire la fossa con torba acida). Oggi molti terreni orticoli hanno la tendenza a “inacidire”, dovuta alla continua perdita di humus.
I dati sul magnesio rassicurano quando ne denunciano quantità abbondanti, poiché senza magnesio non vi è clorofilla nella foglia. I dati su fosforo e potassio servono al piccolo orticoltore solo se esistono forti sovra concimazioni di tali sostanze. Nelle comuni analisi mancano indicazioni sul contenuto di humus e sull’azoto (N). Per entrambe va fatta apposita richiesta. L’importante analisi del livello umico è però molto dispendiosa e rientra nelle spese straordinarie. La presenza di azoto non dà garanzia poiché l’azoto è molto mobile. Ancor prima di arrivare al richiedente il dato calcolato non è più attendibile.
Se mancano dati sul livello umico (non solo l’orticoltore di professione ne ha bisogno) il piccolo orticoltore deve tenere presente che lo stato dell’humus va comunque migliorato con il compostaggio, pacciamatura, concime organico, piante da sovescio. Qui non esiste proprio il pericolo di eccedere nelle cure!
L’orticoltore privato può fare da sé alcune prove
Si può stabilire facilmente il tipo di terreno con la prova delle dita, considerando la nostra sensibilità. La messa in pratica richiede solo un po’ di esercizio. La determinazione del valore pH con bastoncini indicatori (reperibili in ogni farmacia) deve essere studiata e richiede grande precisione. La cosa più facile, e anche abbastanza precisa, è lavorare compresse del metodo “Calci-test” (prova calcica) reperibili nei negozi specializzati. Riempire una provetta per 1 cm con campioni di terreno misto, aggiungere le compresse, poi acqua distillata per cm 2,5. Tenere chiuso il tubo alla estremità superiore con il pollice e scuotere fortemente per un minuto e mezzo. Lasciare riposare la soluzione per due minuti, quindi confrontare la colorazione con la tabella dei colori e leggere il valore pH.
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