La B. cinerea, agente della muffa grigia su diverse colture (vite, fragola, pomodoro…), è un fungo parassita che attacca, nella vite, i grappoli ed altri organi erbacei dell’apparato aereo. Visivamente il danno si presenta con marciumi che riguardano gli acini e solo nel caso di gravi attacchi anche i tralci.
La lotta è di tipo preventivo, eseguita con trattamenti cuprici di copertura. In questi ultimi anni si stanno studiando metodi di lotta preventiva con formulati a base di funghi, come il Trichoderma harzianum che risultino essere in competizione con il patogeno.
L’ attività di antagonismo di T. harzianum contro B. cinerea è stata valutata in vitro su grappoli di uva. Essi sono stati inoculati con il patogeno tramite l’irrorazione di una sospensione acquosa di conidi (106 conidi per ogni cc di H2O); l’inoculo dell’antagonista è avvenuto, una volta asciutti gli acini, sempre mediante la spruzzatura di una sospensione conidica (107 conidi per ogni cc di H2O), addizionato di un substrato fermentiscibile (malto) per favorire al moltiplicazione di Trichoderma.
Il valore del contenimento del patogeno è stato molto soddisfacente, tanto da far ripetere le prove in campo operativo agendo come un normalissimo prodotto di copertura. Con questo tipo di prevenzione si sono registrati attacchi su vitigni che non superavano il 15 % di danno.
CONCIA BIOLOGICA DEL SEME
Il seme costituisce il mezzo di propagazione di gran parte delle colture e le malattie fungine alle quali queste vanno incontro, sono trasmesse in massima parte dal seme. Esso può essere “contaminato” dalle crittogame in diversi modi:
durante le operazioni di raccolta;
appena è stato messo a dimora (da patogeni presenti nel letto di semina);
perché deriva da una coltura infetta.
La protezione del seme tramite la concia ha principalmente due finalità: la prima è quella preventiva verso patogeni del terreno, la seconda è quella curativa nei confronti di patogeni presenti sul seme.
La tecnica della concia consiste nel cospargere il seme di un prodotto di copertura oppure a comportamento sistemico; generalmente i prodotti che si usano in tale operazione sono fungicidi chimici.
Recentemente, il mondo scientifico si sta impegnando nella individuazione di mezzi biologici alternativi per poterli sostituire ai prodotti chimici nella concia del seme.
Le ricerche e le sperimentazioni, in questo campo, sono orientate all’ uso di specie antagoniste, come Trichoderma e Gliocladium, contro le più importanti malattie funginee del seme; con ottimi risultati.
Interessante capire che si innesta un principio di auto guarigione in quanto Il Trichoderma e Gliocladium sono organismi in grado di colonizzare il terreno quindi si auspica che, dopo anni di trattamento nello stesso campo, il micete si riproduca autonomamente, rendendo così il terreno repressivo nei confronti dei più importanti patogeni fungini.
La concia biologica del seme può essere definita come una nicchia privilegiata rispetto ai trattamenti svolti con chimica di sintesi e sicuramente una pratica indispensabile in una agricoltura ecocompatibile.