OPERAZIONI COLTURALI
Quando la fila dei germogli è ben visibile è utile una sarchiatura tra le file per eliminare le erbe infestanti e la crosta superficiale; successivamente si effettua la rincalzatura per favorire la tuberificazione (formazione dei tuberi).
Riguardo la concimazione di copertura, l’azoto è l’elemento che maggiormente influenza lo sviluppo dei tuberi, influisce sulla concentrazione degli zuccheri e sulla presenza di sostanza secca del tubero, aumentandola. Facilita inoltre lo sviluppo della coltura soprattutto quando la pianta è giovane, aumentando la superficie fogliare e ritardando, insieme al potassio, la senescenza delle foglie.
Ma attenzione: apporti tardivi di azoto dopo la fioritura provocano un allungamento del ciclo vegetativo, con gravi ritardi nell’epoca di raccolta; mentre somministrazioni eccessive inducono nelle piante una maggiore suscettibilità nei confronti delle malattie crittogamiche e favoriscono la produzione di tuberi deformati.
In agricoltura biologica, per la concimazione azotata di copertura si possono impiegare pollina o altri prodotti di origine animale, come sangue secco e carnicci; la concimazione deve essere effettuata dopo il germogliamento, ma entro la fine della fioritura, con apporti frazionati in 2-3 interventi, per ognuno dei quali si impiegano 0,5-0,8 kg per 10 metri quadrati di pollina, mentre per i derivati di origine animale (sangue secco e carnicci) è sufficiente 0,1 kg per 10 metri quadrati.
La patata soffre per gli stress idrici e la fase più delicata è quella di ingrossamento dei tuberi (che va dai 20 giorni che precedono ai 20 giorni che seguono l’inizio della fioritura); in considerazione dell’apparato radicale superficiale si consigliano irrigazioni brevi ma frequenti; sono da evitare interventi tardivi che possono produrre l’insorgenza di marciumi e una maggior incidenza dei danni da elateridi.
Il controllo delle erbe infestanti in agricoltura biologica può essere fatto solo con mezzi agronomici (rotazoni, lavorazioni del terreno, sovesci) e meccanici, grazie a macchine quali erpici-strigliatori e rincalzatori, oltre che alla rifinitura manuale con la zappa.
DIFESA DALLE AVVERSITÀ
Elateridi |
Dorifora |
Afidi |
Peronospora della patata |
Tra i parassiti animali, i più temibili per la patata sono gli elateridi (o ferretti), la dorifora e gli afidi, mentre tra le malattie fungine la più pericolosa è la peronospora.
Elateridi. (Agriotes lineatus, Agriotes litigiosus, Agrioetes obscurus, Agrioetes spuntador). Per prevenire gli attacchi delle larve di questi coleotteri è necessario non far seguire la patata a un prato (per cui non va coltivata al primo anno di impianto di un orto) o a una coltura poliennale (per esempio erba medica, prato stabile, erbaio o pascolo) o ad una coltura che abbia subito evidenti danni da elateridi.
Occorre evitare l’impianto in terreni nei quali l’umidità sia permanente anche in estate, soprattutto a livello dei tuberi, e nei terreni mal irrigati perché sono maggiormente predisposti all’attacco di questi insetti.
Sono da evitare le forti e ristagnanti bagnature. In caso di attacco precoce ridurre le irrigazioni può spingere le larve dell’insetto verso zone più profonde e umide, ed è consigliato evitare le irrigazioni in prossimità della raccolta, perché possono favorirne la risalita.
Per il contenimento di questi insetti viene attribuita efficacia repellente al pannello di ricino, acquistabile come fertilizzante da alcune ditte produttrici.
Dorifora. (Leptinotarsa decemlineata). In agricoltura biologica, contro questo coleottero può essere applicata la tecnica dell’aspirazione, mediante macchina trainata o portata che aspira gli insetti dalla coltura senza danneggiarla.
Alla raccolta un danno alla pianta fino al 20-25% di apparato fogliare mancante non riduce la produzione, per cui non è necessario intervenire con trattamenti contro l’insetto.
Riguardo la lotta, il piretro (bio, irritante o non classificato), pur rimanendo un prodotto efficace, esplica la sua azione per un periodo limitato a 1-2 giorni; sono necessarie perciò diversi trattamenti ripetuti, tali da renderlo sconsigliabile nel periodo estivo.
I prodotti a base di azadiractina (bio, irritante o non classificato) e di spinosad (bio o non classificato), alla dose indicata in etichetta dei vari prodotti commerciali, hanno dimostrato efficacia nel contenimento dell’insetto e pertanto costituiscono una valida alternativa.
Il rame utilizzato per il controllo della peronospora sembra rendere meno appetibile la pianta alla dorifora.
Afidi. (Myzus, Macrosiphum euphorbiae, Aphis nasturtii, Aulacorthum solani, Aphis fabae). Raramente costituiscono un problema per la coltivazione della patata con il metodo biologico, in quanto controllati dai coccinellidi o altri predatori o parassiti presenti nell’ambiente.
In caso di forte attacco e in assenza di insetti utili, si può ricorrere a trattamenti con piretro, alla dose di 80 grammi per 10 litri di acqua.
Se l’infestazione non è molto elevata o estesa, anche i lavaggi con Sali di potassio e saponi molli, alle dosi consigliate in etichetta, possono contenere la popolazione. Tali lavaggi, che rispettano maggiormente gli insetti utili, vanno effettuati la mattina presto, ripetendoli eventualmente dopo pochi giorni.
Peronospora della patata. (Phytophthora infestans). La prevenzione di questa malattia fungina è imperniata sull’utilizzo di materiale di propagazione sano e la messa a dimora in terreni che negli anni precedenti non siano stati coltivati con altre solanacee. Ovviamente piante troppo vigorose, molte volte a causa di concimazioni troppo ricche di azoto, predispongono la coltura all’attacco di questa malattia. Per quanto riguarda i prodotti impiegabili in agricoltura biologica, il rame risulta essere il prodotto più utilizzato; inoltre, in miscela con i prodotti a base di rame possono essere utilizzati la propoli, il bicarbonato di potassio, la polvere di pietra e alcuno oli vegetali alimentari (di soia, girasole, oliva, ecc.) ad uso “corroborante”, prodotti appositamente per l’impiego in agricoltura biologica.
La miscela che proponiamo è la seguente (per 10 litri di acqua):
– prodotti a base di propoli 10-15 grammi o millilitri;
– bentonite 100 grammi;
– oli vegetali alimentari alle dosi in etichetta;
– Sali di rame (per esempio ossicloruro di rame-20, bio, non classificato) alle dosi in etichetta.
L’azione del rame e degli altri formulati indicati è preventiva; dopo ogni pioggia o rugiada o elevata umidità è necessario intervenire con un trattamento, tanto che nelle zone particolarmente umide o piovose si eseguono trattamenti a calendario a distanza di 7-10 giorni l’uno dall’altro.
SCELTA VARIETALE
La scelta ricade, visti i principali fattori limitanti della coltura, su varietà caratterizzate da una veloce copertura del suolo, capacità di adattamento alla fertilizzazione organica, maggior tolleranza alle avversità e precocità di maturazione, al fine di anticipare gli attacchi degli elateridi (che si manifestano in estate e soprattutto dal mese di agosto).
Ricordiamo che riguardo l’epoca di maturazione, con riferimento alla Pianura Padana, le varietà di patata vengono classificate in:
– precoci, entro il 15 luglio;
– medio-precoci, entro il 30 luglio;
– medio-tardive, entro il 15 agosto;
– tardive, entro il 15 settembre.
Negli areali di produzione estiva hanno trovato diffusione tra gli agricoltori biologici le varietà Agata, Ambra, Primura. In terreni dove la presenza di elateridi può ritenersi limitata è possibile coltivare le varietà medio-tardive (raccolta entro metà agosto), anche a buccia rossa (per esempio Kuroda).
Agata. Varietà a pasta gialla, precoce, produttiva e a buccia liscia, adatta per la raccolta meccanica. Idonea per terreni di medio impasto e argillosi. Caratterizzato da ridotta sostanza secca (aspetto positivo). Sensibile alla peronospora. La conservabilità sena antigermoglianti chimici è scarsa (pertanto si conserva per meno tempo). La polpa dal punto di vista culinario è abbastanza soda (quindi non è adatta per la preparazione degli gnocchi).
Ambra. Varietà, medio-precoce a pasta gialla, produttiva, che si sta dimostrando interessante per la coltivazione con il metodo biologico. Tubero a buccia liscia; la conservabilità senza antigermoglianti chimici è ottima: caratteristica molto interessante per il biologico. La polpa dal punto di vista culinario è abbastanza soda (quindi non è adatta per la preparazione degli gnocchi).
Kennebec. Varietà a pasta bianca, medio-precoce, di origine canadese, con tuberi grossi e tondeggianti. Vecchia e rustica varietà, adatta per la coltivazione negli ambienti montani in assenza di acqua.
Kuroda. Varietà a pasta gialla, e maturazione medio-tardiva; tra le varietà a buccia rossa è una delle migliori, con tuberi uniformi, ha molta sostanza secca. Tollera la peronospora, sensibile alla scabbia (malattia causata dal fungo Spongospora subterranea che porta alla comparsa di pustole sulla buccia dei tuberi e si mantiene vitale nel terreno per diversi anni).
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Liseta. Varietà a pasta gialla, a maturazione medio-precoce; buona regolarità di pezzatura, adatta per i terreni di medio impasto; media attitudine alla conservabilità. Sensibile alla peronospora sul cespo, ma non sui tuberi.
Monalisa. Varietà a pasta gialla, medio-precoce, adatta per raccolta meccanica e con buona conservabilità. Sensibile alle virosi, per cui è consigliabile la coltivazione in ambienti di alta collina o montagna.
Primura. Varietà a pasta gialla, a maturazione precoce. Di forma ovale e regolare, con buone o elevate produzioni. Ben si adatta ad ogni uso culinario.
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Vivaldi. Varietà a pasta gialla, a maturazione medio-precoce. Per la ridotta quantità di carboidrati (meno 25-30%) e considerata una patata a ridotto apporto calorico. Si adatta ai diversi usi culinari.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
In pianura, la raccolta della patata si effettua in estate, dal mese di luglio a tutto agosto, mentre in montagna può arrivare anche al mese di ottobre, con le prime gelate. La maturazione dei tuberi è completa quando la buccia è ben consolidata e non si stacca con la semplice pressione delle dita. La raccolta va effettuata con terreno asciutto, per avere tuberi puliti. Le patate vanno conservate in un luogo buio e arieggiato. Muovendole spesso e girandole si riduce l’emissione dei germogli, tanto che qualcuno le conserva in un vecchio cestello da lavatrice fatto ruotare di tanto in tanto. In commercio ci sono anche prodotti a base di olio di menta o di carum carvi (cumino dei prati) autorizzati in biologico per l’impiego come antigermoglianti.
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