Erbe di Campagna dette Erbacce da chi non ne conosce le proprietà
Il terreno soffre se viene coltivato a monocoltura, cioè se si fa crescere sempre la stessa specie di vegetale. La vita dei batteri presenti si indebolisce, il terreno si esaurisce e si intossica, peggiora la vitalità animale e vegetale, fino a che se non si ricorrere all’uso di concimi e preparati per proteggere le piante, non è più possibile ricavare un raccolto utilizzabile.
La stanchezza del terreno non è solo conseguenza della mancanza di sali minerali, ma anche la presenza e la decomposizione delle radici delle piante coltivate in maniera continuativa. Un esempio, se si coltiva l’avena in modo continuativo il terreno ne risulterà acido.
In caso di monocoltura, insieme al prodotto principale crescono sempre delle infestanti (erbe di campagna). A questo proposito è stato osservato un fenomeno alquanto strano, tra prodotto agricolo e infestante si instaura una specie di simbiosi al fine di mantenere la qualità del terreno. Senape selvatica e rafano, infestanti che crescono insieme all’avena, rendono meno acido il terreno e formano un contrappeso all’azione acidificante dell’avena.
senape selvatica |
rafano |
avena selvatica |
Questo particolare è di grande interesse anche per la ricerca scientifica infatti ci sono indizi che fanno pensare che i danni alla salute provocati da un’alimentazione unilaterale a base di cereali o vegetali di monocoltura possano essere curati con le infestanti che compaiono insieme al prodotto agricolo nel campo.
Si pensi a questa osservazione non appena si decide di dare inizio alla lotta alle infestanti, raccogliere e mettere a seccare l’ortica potrebbe rivelarsi un’attività veramente vantaggiosa con tutte le proprietà che ha sia per la natura e per l’essere umano.
Non tutte le infestanti sono piante medicinali ma sono sempre indicatrici di problematiche del terreno (es. l’equiseto è sintomo di ristagno e asfissia del terreno quindi finché non risolviamo la causa lui ritornerà sempre e sempre più vigoroso) tant’è che una volta strappate o estirpate si vorrebbe che non facessero ritorno.
equiseto |
Ecco alcuni suggerimenti per liberarsene.
Il giusto momento per strappare le malerbe è la luna calante, preferibilmente nel segno del Capricorno (da gennaio a luglio il Capricorno è in luna calante).
Attenzione a non danneggiare le piante coltivate, perché potrebbero morire.
I futuri “orticoltori della luna” avranno già capito come sfruttare a loro vantaggio i giorni del leone in luna crescente, assolutamente inadatti alla lotta alle malerbe. Nel Leone crescono rapidamente e producono semi di tutte le malerbe, non appena vengono toccate. Basta dunque zappare una nuova aiuola con il Leone in luna crescente che tutti i semi delle malerbe si schiuderanno e poi, solo con il Capricorno in luna calante, potranno essere estirpate le piantine. L’aiuola si presenterà immune da erbacce per lungo tempo.
In autunno, alla fine, si sarchieranno tutte le aiuole in luna calante come prevenzione per l’anno successivo.
Il messaggio da cogliere è di studiare bene il calendario biodinamico ed eseguire buone pratiche agronomiche per ridurre al minimo la presenza delle erbe di campagna.