Anche nel frutteto iniziano i primi lavori che consistono prevalentemente nella potatura delle piante in produzione di melo e di pero, sempre che la temperatura lo consenta.
Quest’operazione è tra le più impegnative per chi si cura delle piante da frutta per passione, ma che ha poca esperienza o peggio è alle prime armi.
Infatti, per intervenire in modo corretto nei tagli di potatura, bisogna conoscere i diversi tipi di rami che formano la chioma della pianta e distinguere i vari tipi di gemme presenti su ogni ramo.
La struttura di una pianta di melo o di pero è costituita dal tronco, dalle branche principali, dalle branche secondarie, dalle sottobranche o brachette, su queste sono presenti diversi tipi di rami.
Rami a legno: sono di solito dei rami di un anno abbastanza vigorosi, possono crescere in verticale (succhioni) e presentano solo gemme a legno. Queste daranno origine ad altri rami a legno o a rametti (brindilli e lamburde) che porteranno fiori e frutti l’anno successivo. Le gemme a legno si riconoscono perché sono piccole, appuntite e aderenti al ramo.
Rami misti: sono rami di un anno che presentano gemme a legno e gemme a fiore. Questi rami sono presenti in abbondanza su varietà di melo poco vigorose o su piante di pero innestate su cotogno. Le gemme a fiore si riconoscono perché sono più tonde e “grassocce” di quelle a legno, sono di forma ovale o rotondeggiante e non sono aderenti al ramo.
Brindilli: sono dei rametti lunghi al massimo 10-15 cm, flessibili e mai verticali che hanno all’estremità una gemma a fiore molto grossa. Danno origine a una parte della produzione, specialmente su alcune varietà di melo.
Lamburde: sono rametti molto corti (2-3 cm) con gemme a frutto che danno, sia sul melo che sul pero, la produzione più abbondante e di migliore qualità. Dopo due o tre anni, da una lamburda se ne possono sviluppare diverse altre. Queste strutture composte vengono denominate “zampe di gallo”.
Per il frutticoltore esperto, distinguere i diversi tipi di rami e di gemme è abbastanza semplice ed è sufficiente una rapida occhiata per decidere quale tipo di potatura applicare e quali rami tagliare o accorciare.
Per un frutticoltore alle prime armi, invece, è molto più difficile e non è semplice spiegare sulla carta come e quali rami tagliare. Ogni pianta ha una struttura diversa da tutte le altre e anche un disegno può rendere poco l’idea su come intervenire nella realtà.
Possiamo dare alcuni consigli per evitare gli errori più gravi: con la potatura bisogna equilibrare l’equilibrio vegetativo tra chioma e radice.
Si deve intervenire per evitare l’eccesso di frutti di piccola pezzatura un anno e la scarsità o l’assenza di produzione l’anno dopo (alternanza di produzione). Per evitare questo si favorisce il rinnovo vegetativo per una regolare formazione dei rami di un anno.
Bisogna facilitare la penetrazione della luce nella parte interna della chioma, così da permettere ad ogni frutto una sufficiente esposizione al sole, ed evitare che le piante più vigorose diventino troppo alte
Vanno eliminati i succhioni (rami vigorosi con crescita verticale), i rami danneggiati o attaccati da parassiti o malattie, quelli secchi o deperiti e tutti gli eventuali polloni sviluppati dal ceppo.
Infine, un grave errore da evitare assolutamente sulle pomacee, è quello di spuntare i rami di un anno. Ciò provoca la crescita di innumerevoli rami a legno, trasformando la pianta in una boscaglia impenetrabile che impedisce la produzione di frutti.
Ricordarsi che poi alla fine delle varie potature si rende necessario fare un trattamento a base di propoli avendo cura di bagnare tutti i rami compreso il fusto.
Buon lavoro!
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