L’irrigazione è necessaria per garantire alle piante la quantità d’acqua adeguata per le loro esigenze, se nel terreno non ce ne fosse a sufficienza.
L’acqua infatti è necessaria per lo sviluppo delle piante in quanto ne è la componente principale (80-85%), gli organi che la compongono inoltre sono fatti di tessuti e quindi di cellule le quali possono aumentare dimensioni solo se adeguatamente rifornite di acqua.
Inoltre il metabolismo delle piante funziona solo se si è in presenza di un ambiente acquoso che permette anche ai microrganismi terricoli di generare principi nutritivi.
Le radici poi assorbono i principi nutritivi disciolti in acqua con la quale circolano all’interno della pianta. Infine l’acqua è necessaria perché permette la fotosintesi, la quale senza acqua non avverrebbe; ed è necessaria per la traspirazione delle foglie che ne permette l’abbassamento della temperatura.
Ci sono diversi metodi per irrigare: a pioggia, a goccia e per infiltrazione da solchi.
Irrigazione a pioggia
L’irrigazione a pioggia è quella più simile alla Natura: con essa si idrata in maniera omogenea il suolo garantendo l’acqua non solo alle piante ma anche a tutti gli altri organismi permettendo di mantenere fertile il suolo.
D’altro canto, se eseguita su terreno non pacciamato rischia di favorire la crescita della flora spontanea e talvolta facilitare la formazione di crosta.
Se l’irrigazione a pioggia viene eseguita su un terreno pacciamato permeabile (paglia, erba foglie secche, cippato, teli plastici) si riescono a contenere le infestanti e a si previene la formazione di crosta. Se la pacciamatura è non permeabile invece (teli plastici, cartone) l’acqua entra solo dai fori e quindi l’apporto è inadeguato rispetto alle necessità. Inoltre si rischia di favorire la formazione di crosta a causa del peso esercitato dall’acqua sopra la copertura. Nel caso in cui non ci siano alternative si consiglia di coprire la superficie del terreno con 1-2 cm di materiale resistente alla formazione di crosta (letame o compost maturi o torba/terriccio).
Irrigazione a goccia
L’irrigazione a goccia invece si serve di tubi di plastica o di gomma (ali gocciolanti e manichette forate) con dei fori e che vengono stesi lungo le file. In base ai terreni si impiega un tubo ogni una o due file. I terreni composti da buone percentuali di argilla e/o humus favoriscono il movimento dell’acqua in tutte le direzioni (sarà sufficiente un tubo ogni due file), terreni con elevate quantità di sabbia e/o scheletro invece sono di più difficile irrigazione.
Questo metodo di irrigazione è localizzato nel terreno e consente un minore sviluppo delle infestanti (se non si usa la pacciamatura).
Si può utilizzare in presenza di pacciamatura, i tubi saranno posti sopra in caso di pacciamatura permeabile o sotto in caso di pacciamatura impermeabile.
Irrigazione per infiltrazione
Infine l’irrigazione per infiltrazione da solchi consiste nello scavare dei solchi tra le file nei quali viene fatta scorrere dell’acqua la quale si infiltrerà nel terreno raggiungendo le radici.
E’ un metodo che abbisogna di grandi quantità di acqua ed è un po’ all’antica, inoltre il solco è soggetto a formazione di crosta e all’erosione, inoltre rende difficile somministrare l’acqua in modo omogeneo a tutte le piante.
Poiché l’acqua è essenziale per lo svolgimento della fotosintesi che avviene con la luce del sole, di giorno il terreno dovrà essere ben bagnato. Di giorno però il terreno tende anche a perdere molta acqua, pertanto l’irrigazione verrà eseguita alla sera o alla mattina presto così che le perdite d’acqua siano minime e il terreno sia adeguatamente idratato per la giornata seguente. Alcuni ortaggi però non amano irrigazioni notturne a pioggia, in quanto la vegetazione rimane bagnata per molte ore correndo il rischio di sviluppare infezioni da parte di funghi e batteri/parassiti: è bene quindi preferire altre tipologie di irrigazione.
L’irrigazione di prima mattina invece può essere effettuata anche a pioggia in quanto con il sorgere del sole l’acqua comincerà velocemente a evaporare dalla vegetazione.
Durante il giorno invece l’irrigazione non crea grossi problemi ma è soggetta a grosse perdite per evaporazione e può talvolta non incontrare le esigenze della fotosintesi rallentandola e rallentando quindi la produttività delle piante.
Quantità di acqua necessaria
Le quantità di acqua delle quali necessitano le piante dipendono dalla porzione di terreno interessata dalle radici. E’ difficile stabilire quindi quanto o quante volte occorre irrigare in quanto può variare anche in funzione ad altri fattori. Ad esempio la capacità di ritenzione idrica del terreno, che dipende dalla composizione del terreno; la temperatura dell’aria; la ventosità (che asciuga il terreno); la piovosità; lo sviluppo delle radici (più volume occupano più la pianta sarà autonoma dal punto di vista idrico se il terreno ne è ben fornito soprattutto negli strati profondi).
Solitamente le radici si sviluppano nelle zone del terreno maggiormente arieggiate e quindi ossigenate e ricche di principi nutritivi: queste condizioni solitamente si trovano tra 0 e 20-30 cm di profondità (spesso gli ortaggi nel pieno del loro sviluppo hanno circa il 90% delle radici in questa zona e che riescono quindi a assorbire acqua e principi nutritivi) e sarà a questa profondità quindi che bisognerà mantenere idratato il terreno. Conviene mantenere il terreno idratato per più ore possibile, irrigando quando il terreno è carente di acqua prima che le perdite diventino rilevanti.
Talvolta però non è possibile irrigare con tanta frequenza, specialmente negli orti familiari. In questi casi la soluzione ideale è cercare di impedire che il terreno si disidrati oltre un quinto della profondità interessata dalla maggior presenza di radici.
E’ sconsigliato irrigare molto e poco frequentemente in quanto le piante sarebbero sottoposte a stress. Una maggiore attenzione è richiesta per le colture in serra o sotto tunnel, non raggiungibili dalla pioggia.
La buona irrigazione
Per capire se si è ben eseguito l’irrigazione si può procedere con il buon senso, con un atteggiamento empatico verso le piante e il terreno, cercando di capirne le esigenze.
Anche l’osservazione dello stato del terreno può tornare utile: prima e dopo l’irrigazione si può prelevare una porzione di terra per verificarne l’umidità, più la pianta sarà sviluppata, più il campione di terreno andrà prelevato in profondità.
Il terreno in tempera, quando cioè si sbriciola facilmente, ha un’umidità ancora accettabile.
L’analisi del terreno va fatta anche su coltivazioni con pacciamatura.
Altri elementi da tenere sotto controllo sono: la presenza di crosta che ostacolerebbe il passaggio dell’acqua e i sintomi di asfissia del terreno nel quale si sviluppano le radici nel caso in cui manchi ossigeno.
Un buon modo per limitare le quantità d’acqua utilizzate può essere aumentare le dotazioni di humus nel terreno, il quale favorisce la capacità di ritenzione idrica del terreno.
Anche l’irrigazione a goccia e la pacciamatura aiutano nel risparmiare risorse idriche. Le pacciamature come paglia, foglie o erba secca e legno (permeabili) lasciano passare l’acqua piovana senza il rischio di formazione di crosta e consentendo di ricorrere meno all’irrigazione.
In estate poi, la pacciamatura fatta con materiali di colore chiaro (paglia, erba secca, fogli di giornale) si scalda molto meno rispetto a quella fatta con materiali come teli neri o corteccia (più scuri) e cede quindi meno calore all’atmosfera sottostante con conseguente minore evaporazione.
Inoltre con la pacciamatura si limita il ricircolo d’aria in superficie che resta più umida .
D’altra parte però, per evitare la formazione di funghi sulle piante dovuti a eccessiva umidità, è opportuno fare dei fori abbastanza ampi nel punto in cui le piante emergono.
Le piante da orto, per essere produttive, hanno bisogno di avere un’adeguata disponibilità di acqua. Esistono però anche culture che sopportano bene carenze idriche. In generale si può affermare che nelle fasi di sviluppo iniziale per tutte le specie è importante avere adeguate quantità di acqua disponibili; successivamente invece alcune tollerano meglio la mancanza d’acqua di altre. Sono ad esempio il cavolo cappuccio, il radicchio, la verza che sopravviveranno anche in assenza di condizioni favorevoli, anche se senza risultati strepitosi.
Conseguenze di una scarsa irrigazione
Il non rispetto delle esigenze idriche delle piante può mettere a rischio la loro sopravvivenza in quanto limita di molto l’attività della fotosintesi e la traspirazione con conseguenze sulla crescita.
Se sottoposte a “stress idrico” le piante tentano di reagire in diversi modi. Prima di tutti produrranno foglie più piccole per contenere le perdite dovute dalla traspirazione.
In secondo luogo incanaleranno le energie nella costituzione di nuove radici nella speranza di penetrare volumi di terreno ricchi di acqua. Questo fenomeno non avverrà nel caso in cui la pianta sia in fase di produzione di frutti in quanto tutte le sue energie serviranno a questa attività.
Se una pianta soffre per mancanza d’acqua inoltre avrà le foglie appassite e orientate verso il basso così da ricevere meno raggi solari e così da avere meno energia da dissipare.
Inoltre le piante tenderanno a aumentare il contenuto di sostanze idrorepellenti nelle pareti delle cellule così da rendere più difficile l’uscita di acqua dalla pianta, è comunque un fenomeno parziale. Infine, per un principio fisico, l’acqua tende a spostarsi da zone in cui le soluzioni sono più diluite a dove sono più concentrate per raggiungere un equilibrio: ecco perché alcune piante aumentano gli zuccheri, aminoacidi e altre sostanze all’interno delle cellule cosi da attirare l’acqua con conseguenze però anche sul sapore dei frutti.
Conseguenze di eccessiva irrigazione
Anche eccessive quantità d’acqua possono danneggiare le colture. Se l’acqua data in eccesso non è troppa il terreno sarà in grado di smaltire quella che residua attraverso i macropori, in effetti nei terreni molto porosi e ben strutturati è difficile riscontrare eccessi d’acqua.
Se invece il terreno si presenta compattato o con suola di lavorazione o con falda superficiale non sarà in grado di allontanare l’acqua in eccesso, i canali verranno ostruiti con l’acqua impedendo o limitando così il passaggio dell’ossigeno e riducendo di conseguenza l’attività delle radici con gravi conseguenze.
Le spaccature sui frutti
Al contrario di quanto si pensa le spaccature sui frutti, come ad esempio i pomodori, non hanno nulla a che vedere con gli eccessi di acqua, ma sono legate a un “difetto” di alcune varietà.
Esse possono dipendere da alternanze di periodi di piogge o irrigature abbondanti ad altri di siccità: in questo caso le piante tendono a prendere dal terreno molta acqua quando disponibile così da “gonfiare” velocemente alcuni frutti maturi con conseguenti spaccature della buccia.
Questo fenomeno colpisce solo i frutti maturi in quanto in essi sia la buccia che la polpa risultano più fragili per far si che i frutti diventino più appetibile da tutti gli animali. Le spaccature normalmente vengono cicatrizzate dalla pianta, solo in alcuni casi più gravi o per il caldo la pianta trova difficoltà a riparare la ferita e talvolta vi crescono batteri che avviano il processo di fermentazione.
I frutti si spaccano in quanto nei periodi di siccità molto lunghi le piante aumentano al loro interno la concentrazione di sostanze organiche e inorganiche nelle cellule. Quando poi si ristabiliscono le condizioni normali i succhi sono molto concentrati e richiamano quindi, per il principio precedentemente descritto, grandi quantità di acqua provocando una crescita di volume nelle cellule. Per la fragilità della buccia legata alla maturazione questa non è in grado di contenere le cellule gonfie d’acqua e si rompe: il rapido aumento di volume della polpa preme sulla buccia la quale non riesce in tempo ad adattarsi e si lacera.
Per prevenire questo fenomeno una buona soluzione è quella di mantenere regolarmente il terreno idratato e, nel caso in cui invece il terreno si seccasse, irrigarlo gradualmente un po’ alla volta per riportarlo alle condizioni ottimali.
C’è da dire anche che nell’orto familiare queste spaccature non devono spaventare: il frutto resta nella maggior parte dei casi commestibile. Non vale la pena infatti sacrificare il sapore o la buona produttività per acquistare varietà più resistenti alle spaccature.
L’appassimento delle piante
Se il terreno invece appare umido ma le piante appassiscono la causa sarà da ricercare altrove. Se la pianta appassisce significa che non riceve abbastanza acqua, ma se il terreno è umido il problema non sarà la somministrazione di acqua.
Probabilmente le radici non riceveranno sufficiente ossigeno per svolgere la loro attività. Questo può avvenire in presenza di una crosta che funge da tappo e non lascia passare aria; oppure nel caso in cui il terreno sia compattato provocando lo stesso problema; oppure il terreno potrebbe essere sommerso d’acqua la quale occupa tutti i canali interni senza lasciare passaggio all’aria.
In mancanza d’aria nuova, e quindi di ossigeno, le radici non possono assorbire l’acqua e la pianta ne risente come se si trovassero in condizioni di siccità.
In tutti questi casi bisognerà ristabilire le condizioni ottimali del terreno, sarchiando oppure decompattando il terreno; o nel caso di sommersione verificando la presenza di una suola di lavorazione che impedisce all’acqua di penetrare ed eventualmente rompendola. Se la sommersione invece fosse dovuta a un innalzamento della falda la soluzione sarà coltivare su aiole rialzate.
Da tenere in considerazione anche i parassiti che talvolta possono impedire all’acqua di raggiungere le foglie a causa dell’alterazione dei vasi linfatici.
Talvolta i vasi linfatici risultano “otturati” da alcune specie di batteri o funghi (visibili sezionando longitudinalmente il fusto) o da nematodi (si possono vedere tessuti di colore anomale nel punto in cui il parassita è penetrato). I vasi talvolta possono anche risultare “spezzati” a causa di attacchi alle radici da insetti o roditori: lo si può osservare prelevando la pianta e osservandone le radici prevenendo così attacchi ad altre piante. Le radici possono anche spezzarsi a causa di sarchiature, zappature e scerbature mal eseguite.
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