Meccanismi di Attacco dei Parassiti delle Piante

Come avviene l’inoculo

on Marzo 20 | in Progettare Giardino Biologico | by | with No Comments

L’inoculo è l’insieme di propaguli (elementi infettivi) di un patogeno e ogni patogeno ne produce più tipi più o meno differenziati .
Nei virus si producono particelle virali
Nei batteri si producono cellule batteriche
Nei funghi si producono strutture diverse come miceli, conidi e spore.
L’inoculo ad ogni modo viene prodotto sugli organi parassitizzati a volte anche se privi di vita.

DENSITA’ E POTENZIALE DI INOCULO

In genere la diffusione degli organismi fitopatogeni avviene a caso, e gli inoculi hanno basseprobabilità di entrare a contatto con l’ospite adatto e elevate probabilità di essere eliminati dalle radiazioni solari , dalla siccità e dagli antagonisti. Per questo se ne producono ingenti quantità ; alcuni agenti patogeni arrivano a produrne fino a 6000 conidi al giorno e per diversi giorni ; la peronospora della cipolla può arrivare a produrne fino a 200 000 conidi per cm2 di superficie fogliare.
La densità di inoculo definisce la quantità di propaguli per unità di volume nell’aria, nell’acqua o nel terreno.
Il potenziale di inoculo misura la potenziale capacità dell’inoculo di produrre la malattia e
dipende sia dalla concentrazione che dall’energia intrinseca del propagulo e dal grado di
suscettibilità della pianta.

LIBERAZIONE DELL’INOCULO

Cioè il distacco dei propaguli dagli apparati di supporto , la loro immissione nell’ambiente che avviene in modo passivo, oppure attivato dallo stesso patogeno. Le spore mobili degli OOMICETI fuoriescono e si allontanano dagli sporangi.
Negli ASCOMICETI si produce negli aschi una pressione idrostatica che determina l’apertura e l’espulsione delle spore all’esterno dell’ascocarpo , in particolare negli aschi BITUNICATI si ha un’espulsione violenta delle ascospore ; per tale motivo si ha l’allineamento del corpo dei periteci e dei cleistoteci e la rottura del cleistotecio.
In molti BASIDIOMICETI il distacco della basidiospora avviene col meccanismo illustrato a pag.73 del manuale di patologia vegetale (Matta).
Nel meccanismo passivo di distacco degli inoculi si hanno elementi strutturali disgiuntori tra cellula e cellula , come una semplice lamella che si rompe con l’acqua favorendo la separazione dei conidi catenulati.
Inoculi invischiati in materiali mucillaginosi sono liberati dall’acqua che favorisce l’espulsione dai corpi fruttiferi con il rigonfiamento della loro massa , sciogliendo le mucillagini che altrimenti li manterrebbero agglutinati ( CASO QUESTO DELLE GLOIOSPORE).
XEROSPORE sono spore e conidi liberati dal vento

TRASPORTO DEGLI INOCULI A DISTANZA

Tranne nel caso degli organismi capaci di movimento proprio come NEMATODI E ZOOSPORE, la diffusione degli inoculi è quasi sempre affidata al vento, acqua e animali. Il ruscellamento dell’acqua piovana o di irrigazione favoriscono il trasporto soprattutto di patogeni terricoli idrofili come PYTHIUM E PHYTOPHTORA, o dotate di strutture galleggianti come SCLEROZI .
In genere gli inoculi gloiosporici hanno raggi d’azione ridotti soprattutto per la loro scarsa
sopravvivenza all’asciutto. Gli inoculi che si propagano via vento sono di dimensione molto piccola e viaggiano per lunghe distanze. Le XEROSPORE i staccano dai loro supporti , trasportate per lunghe distanze dal vento, viaggiano fino a 27 000 m di altitudine ; le distanze percorse dipendono da umidità, velocità del vento, forma, dimensione e ornamentazione delle pareti, mentre la loro sopravvivenza dipende dalla loro capacità di sopravvivere alle radiazioni solare e al secco.
UREDINOCONIDI delle ruggini sono particolarmente resistenti e in grado di percorrere chilometri alla velocità di 12 millimetri al secondo. Si ritiene che la comparsa in Brasile della ruggine del caffè nel 1970 sia dovuta a uredinoconidi provenienti dall’angola. La successiva discesa a terra delle xerospore avviene tramite moti d’aria convettivi o tramite gocce d’acqua che oltretutto facilitano l’atterraggio sulle piante , mentre i propaguli trasportati solo dal vento hanno meno probabilità di depositarsi con successo sulle superfici lisce ; è proprio per questo che la maggior parte dei patogeni dispersi dall’aria hanno conidi grandi come ALTERNARIA , PERONOSPORACEAE, UREDINALES, ERYSIPHACEAE….
Molto comune è anche il trasporto mediato da animali che si imbrattano o ingeriscono gli stessi patogeni in grado di resistere alle sostanze presenti nel tratto intestinale. In generale funghi zoosporigeni, nematodi, acari e insetti possono ugualmente essere vettori di virus.

SOPRAVVIVENZA DELL’INOCULO

I parassiti facoltativi sono in grado di moltiplicare l’inoculo conducendo vita saprofitaria mentre quelli obbligati no, tranne i casi in cui sopravvivono in condizione di criptobiosi sviluppando speciali strutture di resistenza. Molti funghi oltre a una fase parassitaria presentano anche una fase saprofitaria localizzata su residui caduti a terra di piante con un lento processo di maturazione invernale degli organi sessuali come ASCOCARPI e OOSPORE. Inoltre parti di piante caduti a terra offrono ai patogeni riparo dal freddo o dal calore eccessivo. A seconda della capacità di sopravvivere in assenza di piante ospiti, i funghi fitopatogeni terricoli sono stati distinti in abitatori o invasori del suolo.
Virus e batteri non producono organi di resistenza perciò distinguiamo :

  • DISINFESTAZIONE DEL TERRENO che ritardano la decomposizione dei residui vegetali senza eliminare cosi i patogeni in essi presenti, prolungandone la loro sopravvivenza;
  • PRATICHE AGRONOMICHE come le rotazioni colturali e le lettamazioni che sfruttano di contro lo sradicamento di organismi antagonisti.

Organi di resistenza particolarmente efficaci sono

  • OOSPORE di origine sessuale
  • TELEUTOCONIDI
  • SCLEROZI
  • MICROSCLEROZI
  • IFE E PARETI ISPESSITE

Questi fattori di resistenza resistono bene sia a fattori abiotici che botici con accentuata scalarità di germinazione in modo da salvaguardarle dall’estinzione che si verificherebbe col sopraggiungere di condizioni avverse con germinazione contemporanea generalizzata. Patogeni che non dispongono di tali strutture non sono adatti alla vita saprofitaria ma dipendono strettamente dalla presenza di piante ospiti o di parti di esse:
SCLEROZI DI FUNGHI E SEMI DI FANEROGAME sono ospitati da semi in campo o di magazzino con semplice miscelazione della loro massa.
SPORE, VIRUS DEL MOSAICO DEL POMODORO, BATTERI aderiscono alla loro superficie infettando persino le cotiledoni o in pochi casi anche l’embrione stesso del seme , talee, bulbi, rizomi, tuberi. A volte la vitalità del patogeno può tenersi più a lungo di quella dello stesso seme, o perdersi con facilità a seconda del tipo di inoculo. IL CARBONE VOLANTE DELL’ORZO (ustilago nuda) può sopravvivere anche 9 anni nelle cariossidi come anche alcuni virus , di contro può essere utilizzato l’invecchiamento del seme come lotta di alcuni patogeni a vita breve come nel caso di PSEUDOMONAS SYRINGAE nei semi di fagiolo. Esistono anche infezioni latenti in portatori mascherati in cui un patogeno rimane permanentemente associato alla pianta che costituisce una continua sorgente di inoculo ; inoltre anche patogeni a infezione locale possono sopravvivere in piante perenni in tessuti profondi o in cancretti superficiali sui rametti (VENTURIA PYRINA). FITOPLASMI E VIRUS a trasmissione propagativa possono sopravvivere nel vettore.

TRASMISSIONE DELLE MALATTIE

I principali vettori delle malattie nelle piante sono insetti , acari, nematodi, fitomizi , dai quali dipende la trasmissione di fitoplasmosi, virosi ecc. possono fungere da vettori anche animali con apparato masticatore che introducono l’inoculo attraverso mine fogliari, gallerie o semplici ferite.
Ad ogni modo non è sempre necessaria la presenza di un vettore per la trasmissione della malattia come nel caso di molte batteriosi ( ERWINIA, COLLETOTRICUM ) e micosi ( MONILIA E USTILAGO ) capaci di trasmissione autonoma ma aggravate dall’intervento degli insetti. La trasmissione di virosi e micosi può avvenire anche attraverso il terreno però in questo caso spesso l’inoculo è immobile e non beneficia di vettori ; l’infezione si propaga spostando la pianta con trapianti e con lo spostamento delle parti ipogee. Inoltre la malattia si può trasmettere per contatto o innesto radicale. Persino piccole ferite provocate dallo sviluppo della stessa pianta , come nel caso delle emissioni delle radici , da animali o dall’uomo attraverso pratiche colturali . Anche lo stesso polline è considerato uno dei tanti vettori di virus e viroidi. I semi fungono ugualmente da veicolo
per la trasmissione delle più disparate malattie. In ultima analisi troviamo anche talee, bulbi, rizomi, tuberi e marze.
MARZA: porzione di ramo impiantata su un’altra pianta
RIZOMA: fusto orizzontale simile ad una radice
BULBO: grossa gemma sotterranea formata da un breve fusto circondato da foglie a forma di squame.

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