Strategie integrate contro la mosca dell’olivo
Mosche delle olive: Danni
Danni diretti
Sono determinati esclusivamente dalle larve dell’insetto e la loro gravità varia a seconda del diverso stadio larvale. Sulle olive da mensa il danno è anche provocato dalla sola puntura di ovideposizione che, deformando la drupa durante la crescita, provoca una perdita commerciale.
Le gallerie prodotte dalle larve di I età e da quelle della fase iniziale della II età, che hanno aspetto filiforme, non provocano danni apprezzabili; sono invece consistenti quelli provocati dalle larve di II età e da quelle di III età che scavano nella polpa (= mesocarpo) gallerie di maggiore ampiezza (aspetto cavernoso).
In quest’ultimo caso, le drupe subiscono una perdita del mesocarpo tra 50 e 250 mg/larva, corrispondente a una riduzione di olio dal 3 al 20%.
Tale danno diretto diventa più elevato se si aggiunge la perdita dell’intera drupa per una cascola non recuperabile, specialmente quando l’attacco è precoce e la raccolta è tardiva. La cascola risulta, infatti, direttamente correlata al grado di infestazione delle drupe raggiungendo valori massimi del 13-15% di cascolato per infestazioni del 100% in oliveti non trattati rispetto a quelli difesi razionalmente.
Danni indiretti
Al danno diretto va aggiunto quello relativo all’alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche dell’olio, determinate dall’insorgenza di muffe e di altri microrganismi indesiderati, specialmente quando le drupe permangono a lungo nei frantoi prima di essere molite.
Sussiste una correlazione tra il grado di infestazione associato allo stadio larvale raggiunto dal dittero, e la qualità dell’olio ottenuto.
Generalmente la molitura di olive fortemente infestate (superiori al 30%) determina un aumento della percentuale di acidità, del numero di perossidi, e una diminuzione del contenuto in polifenoli, specialmente se le drupe sono mature e con presenza di larve di III età o con fori di fuoriuscita degli adulti.
In diverse aree olivicole è stato costatato che livelli di infestazioni fino al 30% (e in casi particolari anche superiori) non influiscono sulla qualità dell’olio ottenuto, soprattutto quando le olive vengono raccolte precocemente e molite in tempi brevi. Questa considerazione suggerisce, nel caso di infestazioni tardive in prossimità della raccolta, di anticiparla, piuttosto che effettuare trattamenti di dubbia utilità. Difatti ritardando la raccolta, la quantità massima di olio prodotto non aumenta in misura tale da compensare la quantità di olio che si perde a causa dell’infestazione dacica.
Nella scorsa annata le elevate infestazioni di mosca hanno determinato in tutte le zone olivicole parametri chimico-qualitativi al di sotto della media con difficoltà da parte di molti oli di registrare una acidità inferiore allo 0,8%, limite massimo per poter classificare l’olio come extravergine. Infatti, il primo effetto dell’infestazione di mosca è l’acidità dell’olio dovuta alla degradazione idrolitica della matrice grassa (trigliceridi) che entra in contatto con lipasi endogene ed esogene favorendo la liberazione degli acidi grassi dal glicerolo, con un evidente aumento dell’acidità libera. I perossidi, che sono all’origine dell’insorgenza del difetto rancido, sono risultati sopra la media, ma rilevante è stato anche il valore dei polifenoli che sono risultati bassi anche quando l’acidità e il numero di perossidi sono risultati migliori.
Tra i danni indiretti di minore rilevanza, concentrati nel primo periodo delle infestazioni estive, vanno menzionati quelli causati da un piccolo dittero cecidomide, Prolasioptera berlesiana Paoli, un predatore di uova e di stadi larvali iniziali, che utilizza le ferite di ovideposizione della mosca per deporre le proprie uova e inoculare il fungo simbionte Camarosporium dalmaticum Thumb.
Mosca dell’olivo: metodi di controllo
Per moltissimi anni, le strategie di controllo di B. oleae si sono basate essenzialmente sull’uso di insetticidi rivolti a bloccare gli stadi larvali; ultimamente si riscontra un interesse maggiore verso il contenimento delle popolazioni di adulti anche a seguito delle forti restrizioni del numero di sostanze attive ad azione larvicida registrate per tale insetto.
E’ necessario permettere che qualsiasi sistema venga adottato non si può prescindere dai principali indicati nelle norme di difesa integrata e sostenibile, e dal rispetto del sistema bioecologico, con particolare riferimento all’uomo, all’ambiente e all’entomofauna utile.
L’attività di monitoraggio rappresenta l’azione fondamentale e preliminare per acquisire le necessarie informazioni atte a stabilire la presenza e l’entità degli stadi biologici dell’insetto e a valutare e rispettare la soglia d’intervento al fine di impostare una razionale strategia di controllo.
Mezzi agronomici contro la mosca dell’olivo
Il loro impiego non determina una drastica riduzione delle infestazioni, ma contribuisce in combinazione con altri sistemi ad abbassare il grado d’infestazione. Si possono adottare accorgimenti come:
- anticipare la raccolta delle olive alla fase di invaiatura, quando le caratteristiche quantitative e qualitative dell’olio sono ottimali; ritardare questa operazione comporta solo apparentemente un aumento di resa perché le olive si sono disidratate e, inoltre, l’olio estratto non presenta caratteristiche fisico-chimiche migliori;
- negli ambienti meridionali con climi favorevoli, la mosca continua la ovideposizione; la molitura delle olive dovrà essere effettuata entro 48 ore dalla raccolta;
- preferire varietà meno suscettibili evitando la consociazione con le varietà da mensa;
- eseguire, specialmente nel periodo invernale, lavorazioni superficiali del terreno che contribuiscono a eliminare le pupe che si formano nel terreno.
- eseguire, specialmente nel periodo invernale, lavorazioni superficiali del terreno che contribuiscono a eliminare le pupe che si formano nel terreno.
Prodotti ad azione larvicida contro le mosche delle olive
Negli ultimi anni la revisione dei prodotti fitosanitari ha ridotto, specialmente per l’olivo, il numero delle sostanze attive che presentavano una buona efficacia nei confronti delle larve. Allo stato attuale sono disponibili: dimetoato, imidacloprid e fosmet.
L’impiego di tali prodotti va effettuato solo al raggiungimento della soglia di intervento del 10-15% per le olive da olio e alla presenza delle prime punture per le olive da mensa.
Dimetoato
Il dimetoato, appartiene alla famiglia degli esteri fosforici e rimane il classico prodotto contro le larve di B.oleae in quanto consente un buon controllo di tutti gli stadi biologici delle stesse. La sua elevata azione citotropica consente una buona penetrazione nei tessuti vegetativi del mesocarpo della drupa, che blocca in tempi rapidi la vitalità delle larve (Laccone et al, 1990).
E’ preferibile, in ogni caso, intervenire contro i primi stadi delle larve, sia per ottenere un maggiore controllo, sia perché le gallerie filiformi scavate dalle stesse in fase L1 non costituiscono un danno economico in termini di perdita di produzione.
Essendo il prodotto prettamente idrosolubile e non liposolubile, difficilmente se ne riscontra la presenza nell’olio dopo l’estrazione perché si disperde con le acque di vegetazione della molitura; per questo, rispettando le indicazioni di etichetta (intervallo di sicurezza di 28 giorni per quasi tutti i prodotti in commercio), è possibile ottenere un olio di ottima qualità anche in relazione ai residui.
La sostanza attiva determina per alcune varietà (Coratina, Frantoio, Canina, Simona Marsella, Vernina, Itrana e altre) fitotossicità sulle drupe con formazione di punti di necrosi che possono interessare anche un’ampia superficie delle stesse, specialmente nella parte basale dove si accumula la miscela. Tale inconveniente può essere superato se la distribuzione viene effettuata evitando l’uso di lancia e preferendo atomizzatori che consentono di micronizzare bene le particelle della miscela.
Imidacloprid
Appartiene alla famiglia dei neonicotinoidi, nel 2009 è stato registrato anche sull’olivo contro B. oleae mostrando una buona efficacia nei confronti delle larve. L’impiego della sostanza attiva presenta alcune limitazioni: è consentito al massimo un intervento all’anno in assenza di fioriture. Per questo, nei programmi di difesa, l’impiego viene consigliato nel periodo autunnale. L’intervallo di sicurezza è di 28 giorni e la sostanza attiva si ripartisce preferibilmente nelle acque di vegetazione, ma non si esclude la sua presenza nell’olio estratto anche se in quantità molto inferiori a quelle previste dalla normativa.
Fosmet
Appartenente alla famiglia degli esteri fosforici, a differenza del dimetoato non presenta una elevata citotrocipità per cui deve essere preferibilmente impiegato nella prime fasi dell’infestazione, con uova e larve di prima età; necessita di un intervallo di sicurezza di 30 giorni; si riscontrano residui, sempre nei limiti previsti dalla normativa, nell’olio estratto pur rispettando i dovuti tempi di carenza.
Prodotti con azione repellente contro la mosca dell’olivo
Tra le sostanze repellenti maggiormente sperimentate vanno menzionati i prodotti rameici e il caolino. L’impiego di tali prodotti, essenzialmente usati con modalità preventiva e la facile dilavabilità alle piogge, impone la necessità di intervenire frequentemente per garantire la copertura delle drupe incidendo, però, maggiormente sui costi aziendali.
Dalle numerose prove effettuate è emerso spesso un controllo blando di tali sostanze repellenti sulle infestazioni, specialmente quando l’entità della popolazione presente nell’oliveto è medio-alta; per questo, tali metodi non vanno considerati risolutivi, ma possono svolgere un ruolo coadiuvante in una strategia di difesa integrata.
Rame
E’ stato accertato (Belcari. et al., 2003; Capuzzo er al., 2005) che i prodotti rameici sono in grado di interferire sulla “dinamica di infestazione” della mosca, attraverso almeno due meccanismi:
eliminazione del batterio simbionte presente nel canale alimentare del dittero con ripercussioni sulla mortalità embrionale e larvale;
deterrenza dei frutti trattati nei confronti delle femmine ovideponenti.
Caolino
E’ un minerale silicatico delle argille di colore solitamente bianco. Le formulazioni commerciali consentono una buona sospensione del prodotto in acqua, così da determinare una distribuzione uniforme.
Agisce come una barriera repellente, in quanto altera la percezione del colore delle drupe da parte delle femmine, per cui non vengono prese in considerazione ai fini della ovideposizione. La sua presenza sulle drupe pone qualche difficoltà nella fase di raccolta e di molitura per cui si è obbligati al lavaggio delle olive.
Metodo “Attact e kill”
Il metodo prevede l’installazione sulle piante di dispositivi-bersaglio costituiti da supporti impregnati di insetticidi (piretroidi) con presenza di attrattivi per gli adulti (feromone e/o attrattivo alimentare). Lo scopo è di attirare gli adulti di B. oleae di entrambi i sessi, che al contatto con il piretroide vengono devitalizzati. Attualmente sono disponibili sul mercato due tipi di dispositivi:
- Eco-Trap-Vioryl, costituito da un contenitore a sacchetto in polietilene, rivestito esternamente da una carta speciale trattata con deltamentrina; all’interno vi si trova un attrattivo alimentare, costituito da bicarbonato di ammonio e all’esterno viene applicata una capsula contenente il feromone sessuale femminile, per cui il dispositivo è in grado di attirare entrambi i sessi. L’Eco-Trap va posizionata sulla pianta, all’ombra, evitando per quanto possibile il contatto o lo sfregamento con foglie e rami. La fase più idonea per l’installazione del dispositivo, uno ogni due piante, è quella della lignificazione del nocciolo (giugno-luglio). In settembre, in caso di aumento della popolazione, vanno integrati in ugual numero altri dispositivi, in modo da installarne uno per pianta. Considerato che la durata dell’Eco-Trap non consente di coprire l’intero periodo biologico della mosca, la doppia installazione comporta un aumento dei costi aziendali.
- Magnet® oli, costituito da un pannello di cartoncino che va sagomato a imbuto e posizionato su rami di 2-3 anni, la cui superficie è pre-trattata con lambda-cialotrina e sul quale sono allocati l’attrattivo sessuale femminile e una sostanza alimentare, il bicarbonato d’ammonio, per cui anche in tal caso l’attrazione è di entrambi i sessi. Il dispositivo va installato precocemente, 2 o 3 settimane prima che la drupa diventi ricettiva alle punture della mosca (in molte regioni questo tempo coincide con il periodo che va da fine giugno a inizio luglio). Il numero di dispositivi da impiegare è, in relazione alla pressione della mosca, da 100 a 150/ha; su 1/3 di tali pannelli sono presenti il bicarbonato d’ammonio e il feromone, sui restanti 2/3 solo bicarbonato d’ammonio. L’efficacia dei dispositivi si mantiene inalterata da giugno a novembre, assicurando così la protezione per tutto il periodo di ricettività delle drupe con un’unica applicazione.
L’efficacia del metodo varia in relazione all’ampiezza della superficie interessata e alla pressione delle infestazioni. Va, infatti, sempre considerato che i metodi adulticidi devono essere applicati su ampie superfici per ottenere in valido abbattimento della popolazione presente nell’areale olivicolo. Sono stati ottenuti scarsi risultati con applicazioni al di sotto di 2 ha, pertanto, al fine di ampliare il più possibile l’area di investimento dai dispositivi, è necessario adottare tale metodo coordinandosi con più produttori limitrofi.
Una limitazione nella risposta al contenimento delle infestazioni è anche determinata dagli incrementi rapidi della popolazione degli adulti con conseguente elevata attività di ovideposizione delle femmine. In tali casi, infatti, si consiglia di intervenire, ove è possibile, con insetticidi ad azione larvicida.
Il metodo ha ottenuto il consenso applicativo in agricoltura biologica, in quanto non sussistono forme di inquinamento tra insetticida, produzione e ambiente.
Impiego di “esche avvelenate”
Spintor Fly è un’esca proteica specifica pronta all’uso, a base di spinosad; ne vengono utilizzate quantità ridottissime per ettaro, e cioè solo 5 L di soluzione, di cui 1 di prodotto e 4 di acqua. La distribuzione di tale quantità consente di ridurre notevolmente i tempi di applicazione e i costi. Sono state anche messe a punto attrezzature montate su atomizzatori in grado di distribuire con grande facilità e in modo uniforme una ridotta quantità di miscela. Questa va applicata solo su una piccola superficie della chioma e sul 50% delle piante, scegliendo o piante alterne o filari alterni.
La forza del prodotto è nel potere dell’esca che è in grado anche con piccole quantità di attirare gli adulti di B. oleae i quali si alimentano ad libitum; le femmine smettono di ovideporre e tutti gli individui dopo circa un’ora muoiono. Sicuramente tale metodo ha dei vantaggi, come quello di evitare fenomeni di inquinamento, di non lasciare odori e residui nell’olio (è stato anche autorizzato in agricoltura biologica), ma presenta alcune criticità per l’elevato numero di interventi atti a coprire l’intero periodo di infestazione della mosca. L’intervallo tra gli interventi è non superiore a 8 giorni e nel caso di pioggia, è necessario ripetere l’intervento.
Anche per tale sistema di controllo, al verificarsi di significativi incrementi di popolazione e d’infestazione la risposta di efficacia è lenta, per questo non sempre in tali casi si riesce a controllare sufficientemente l’insetto se non si interviene con prodotti larvicidi.
Cattura massale o mass tapping
Con l’installazione di trappole con attrattivo alimentare e/o con aggiunta di feromone sessuale femminile di intende sottrarre dall’oliveto la maggiore quantità di adulti presenti catturandoli nelle stesse trappole. Sono in commercio diversi tipi di trappole come le “McPhail” o quelle cromotropiche con aggiunta di feromone femminile.
Tale sistema non è molto utilizzato per alcune difficoltà nella gestione e nell’elevato numero necessario da installare per ottenere un risultato non sempre soddisfacente.
Impiego di microrganismi e antagonisti
Tra i micrcorganismi attualmente utilizzabili per il controllo biologico di B. oleae è registrato la Beauveria bassiana, fungo le cui spore vengono utilizzate come sostanza attiva insetticida. Nel caso della B. oleae il fungo esercita un’azione preventiva evitando l’ovideposizione da parte delle femmine, ma non mostra alcuna azione di controllo nei confronti delle larve già entrate nel frutto. Il suo impiego è consigliato dopo quello di un insetticida ad azione abbattente o prima della raccolta, in quanto non presenta alcun periodo di carenza. Diversi sono gli antagonisti naturali che si riscontrano nel periodo di sviluppo della B. oleae: sono per lo più parassitoidi che riescono, in condizioni favorevoli e in caso di popolazione contenuta, a svolgere un ruolo non trascurabile nel controllo della mosca.
Tra gli imenotteri calcidoidei vanno annoverati:
- Pnigalio mediterraneus: è molto diffuso e può raggiungere valori di parassitizzazione anche superiori al 50% (Guaro et al., 1990);
- Eupelmus urozonus: è probabilmente la specie più diffusa, compie 2-3 generazioni sulle larve di B. oleae provocandone una lenta e graduale paralisi. E’ anche un iperparassita, in quanto si sviluppa a spese di larve di Pnigalio e Eurytoma;
- Eurytoma martellii: il suo ciclo biologico è di 20-30 giorni e può compiere 2-3 generazioni come parassita delle larve;
- Cyrtoptyx latipes: depone le uova in prossimità o sulla larva del dittero dopo averla immobilizzata; compie 3 generazioni impiegando per ognuna dai 18 ai 30 giorni, secondo le condizioni climatiche.
Indubbia può considerarsi l’azione di Lasioptera berlesiana e non sempre utile; infatti il risultato finale della sua azione parassitaria risulta generalmente dannoso.
Particolare attenzione, invece, è stata posta all’attività parassitaria dell’imenottero braconide Psyttalia (= Opius) concolor. La possibilità di poterlo allevare facilmente, utilizzando come ospite di sostituzione Ceratis capitata, ha consentito di sperimentare in diversi ambienti olivicoli la sua attività endoparassitaria di B. oleae. Dalle diverse esperienze effettuate in diverse regioni olivicole è stato possibile verificare la sua azione sia sulle larve sia sulle pupe ottenendo però risultati di efficacia piuttosto discordanti. Sicuramente si ottengono maggiori risultati quando viene inserito in programmi integrati che non prevedono utilizzo di insetticidi chimici.
Controllo della mosca dell’olivo in biologico
Il controllo della mosca dell’olivo in agricoltura biologica è stato sempre difficile perché la larva è situata nei tessuti del mesocarpo della drupa e non sono disponibili prodotti ad azione citotropica. La possibilità di utilizzare mezzi di controllo adulticidi a basso impatto e autorizzati in bio ha riacceso nelle aziende ovicole le speranze di poter ottenere un olio con migliori caratteristiche qualitative.
E’ necessario, in ogni caso, adottare strategie combinate che prevedono le azioni agronomiche descritte, l’installazione di dispositivi”Attract e kill” o l’uso di esche attrattive attivate con piretroidi.
In annate a bassa pressione è possibile contenere ulteriormente le infestazioni con l’impiego di rame o di caolino e raggiungere la raccolta con una percentuale d’infestazione accettabile. In prossimità della raccolta e in relazione al tempo di carenza del rame pari a 20 giorni, in caso di ulteriore presenza di ovideposizioni si può intervenire con Bauveria bassina che interferisce sulla ovideposizione e non ha alcun tempo di carenza.
Nelle annate ad alta pressione, il controllo è particolarmente difficile perché questi metodi sono a lenta azione. In tali casi, salvo verifica dei costi, all’uso di dispositivi “Attract e kill” vanno affiancati interventi con esche attrattive al fine di abbassare ulteriormente la popolazione degli adulti.
La gestione di sistemi che possano essere favorevoli allo sviluppo degli antagonisti dei diversi stadi biologici della mosca consente di ridurre ulteriormente la popolazione del dittero presente nell’oliveto.
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