Piante Archeofite: le piante antiche che colorano i campi di cereali.
Diverse specie che un tempo coloravano con i loro fiori i campi di campagna come papaveri, fiordalisi e speronelle sembrano per la gran parte scomparsi. La loro scomparsa rappresenta il frutto amaro del maturare dei tempi, dell’uso di diserbanti e antigerminelli e non ultimo del ritmo superorganizzato che si è insinuato anche nella vita dei campi. Queste specie floreali sono andate via via diminuendo a causa della concorrenza, seppur piccola, esercitata nei confronti del cereale e per il maggior lavoro che comportano.
Queste specie, non importate a seguito agli spostamenti di merci e persone tra i paesi, sono chiamate “archeofite” o piante antiche.
Le piante archeotipe sono specie che hanno accompagnato la coltura dei cereali da sempre, si sono infatti insediate nei primi campi coltivati in Mesopotamia.
Tra le piante archeotipe ci sono i papaveri, il fiordaliso e la speronella.
Il loro ciclo biologico segue quello dei cereali vernini a cui si accompagnano, svolgendosi per intero tra la semina e la mietitura di questi. Queste specie presentano fioriture vistose e colori accesi che, oltre a nutrire numerosi insetti impollinatori, caratterizzano il paesaggio agrario tradizionale. Oggi molte di queste specie sono quasi scomparse e altre sono attualmente nelle liste delle specie in via d’estinzione in Europa. Per questo la salvaguardia di queste specie è diventata da tempo in alcuni paesi europei un obiettivo perseguito attraverso particolari programmi di sostegno agli agricoltori.
In Italia il Centro biodiversità vegetale e fuori foresta di Veneto agricoltura, a Montecchio Precalcino (Vicenza), struttura istituzionalmente incaricata della tutela della biodiversità delle specie vegetali spontanee del Veneto , produce e distribuisce sementi di queste specie. Chi quindi volesse partecipare attivamente, nel suo piccolo, alla conservazione della biodiversità vegetale può farlo seminando questi fiori nel proprio campo, orto o giardino, naturalmente semi di origine biologica.
Il periodo di semina più indicato è l’autunno, su un suolo leggermente smosso e lavorato in superficie.
Sono fiori stagionali, quindi alla fine della fioritura si possono raccogliere i semi o anche falciare gli steli secchi, zappare e rastrellare il terreno, rinnovando in questo modo l’area per l’anno successivo.
Le piante archeofite infatti non sono stabili e sono legate al frumento con il quale si accompagnano e tendono quindi a scomparire negli anni se il suolo non viene annualmente lavorato in superficie.
Abiti in Veneto?
Richiedi una consulenza per realizzare il tuo orto/giardino biodinamico!
« Pianeti e piante: l’influsso delle stelle Progettare un giardino biodinamico »