Un terreno è fertile quando è soffice, permeabile all’aria e all’acqua, quando è costituito da zolle di piccole dimensioni e mobili, resistenti al calpestio e alle sollecitazioni prodotte da pioggia e vento, quando è ben dotato di humus e principi nutritivi e capace di mantenersi adeguatamente idratato e ossigenato, quando non è “avvelenato” da sostanze tossiche ed ospita vita.
Cosa si intende per terreno compattato
Un terreno si definisce “compattato” quando la sua porosità è bassa e per “compattamento” si intende una riduzione duratura della sua porosità dovuta a sollecitazioni di compressione. Per “porosità” si intende la percentuale di spazi vuoti (canali) presenti in un dato volume di terreno.
Gli spazi vuoti, a loro volta, possono essere costituiti da canali stretti (micropori) o da canali larghi (macropori). Questi canali sono presenti sia tra una zolla e l’altra di terra che all’interno delle zolle stesse. I micropori trattengono l’acqua, permettono il rifornimento idrico delle piante e rendono possibile la risalita dell’acqua per capillarità dagli strati profondi del terreno alla superficie. I macropori, invece, permettono l’allontanamento dell’acqua caduta in eccesso (dopo una pioggia o un’irrigazione), per poi riempirsi d’aria permettendone la circolazione nel terreno. Un’equilibrata presenza di entrambi i tipi di canali è pertanto fondamentale affinché il terreno possa essere fertile e ospite di vita. Sia i micropori che i macropori sono esplorati dalle radici alla ricerca di acqua, aria e nutrienti.
Un suolo “compattato” presenta una bassa porosità e in essa prevalgono i micropori; di conseguenza manca un’adeguata dotazione di macropori, che facilitino lo sgrondo dell’acqua eventualmente caduta in eccesso e, soprattutto, permettano la circolazione dell’aria, ricca di ossigeno. La scarsa presenza di ossigeno nello strato esplorato dalle radici ha due gravi effetti negativi: impedisce l’assorbimento di sostanze nutritive alle piante, e impedisce alle radici di produrre l’energia necessaria all’assorbimento dei nutrienti presenti nel terreno.
I terreni si compattano quando, ancora bagnati, vengono calpestati o lavorati, errori che molti fanno per mancanza di tempo e sensibilita’ verso la madre terra.
Ecco alcuni consigli su come migliorare il terreno dell’orto!
Come capire se un terreno è compattato
Ci sono diversi indizi che ci permettono di capire se un terreno è compattato:
– se proviamo a conficcare nel terreno una forca o una vanga, queste faticano a penetrare.
– le piante, crescono sofferenti, appaiono “affamate”, restano piccole e spesso manifestano ingiallimenti nelle foglie più vecchie; nei casi più gravi si verificano cascola dei fiori e maturazione anticipata dei frutti, che sono pochi e piccoli.
– durante una pioggia o un’irrigazione, a un certo punto, l’acqua non riesce più a infiltrarsi nel terreno e si accumula in superficie formando pozzanghere..
– dopo una pioggia o un’irrigazione, il terreno fatica ad asciugarsi e quindi ad essere lavorabile o calpestabile.
Come rigenerare e prevenire il compattamento
Nel caso di un orto familiare, per migliorare il terreno dell’orto occorre innanzitutto intervenire meccanicamente, impiegando una forca a denti piatti lunghi circa 30 cm. Nel suolo moderatamente secco (perché le zolle possano frantumarsi) si infilano completamente i denti della forca e si tira verso di sé il manico fino a formare un’angolazione di 45°: così i denti della forca smuovono il terreno riducendo le dimensioni delle zolle compattate. Si procede così, passo dopo passo, a ritroso per tutta la lunghezza dell’aiola. Con questa operazione si migliora la porosità del terreno nello strato lavorato, aumentando al percentuale di macropori.
In seguito, per affinare il terreno e prepararlo alla semina o alla messa a dimora di piantine con pane di terra, occorre impiegare una forca a denti curvi. In questo caso il terreno deve essere in tempera e pertanto, se necessario, occorre bagnarlo moderatamente 12-24 ore prima dell’intervento: il suolo è pronto per la lavorazione quando si riescono a sbriciolare a mano le zolle di terra. Si procede “pettinando” più volte la superficie del terreno così che le zolle di terra sbriciolandosi raggiungono le giuste dimensioni. Decompattare il suolo è un lavoro lungo, che può durare, a seconda della gravità, anche 3-4 anni.
Un’altra pratica in biodinamica per evitare il compattamento del terreno è quella di incorporare nel suolo, ogni anno, appunto i preparati biodinamici (FLADEN-500-500K) fitoregolatori capaci di dare origine a humus che è la sostanza più importante di un terreno. Pensate che la capacita di assorbimento dell’acqua da parte dell’humus e 10 volte il suo volume capite quindi quanto sia importante per la regolazione della vita in conseguenza della gestione dell’acqua.
Per prevenire il compattamento del suolo occorre anche programmare l’avvicendamento delle colture coltivando in ogni aiola, ogni 2-3 anni, un erbaio da sovescio (ne parleremo piu avanti), costituito da un miscuglio di piante con apparato radicale fascicolato e fittonante.
Per non provocare il compattamento del terreno è opportuno evitare di calpestarlo quando bagnato utilizzando ad esempio la coltivazione di ortaggi su aiole permanenti organizzando l’orto allestendo aiole separate da vialetti di passaggio di 40-60 cm di larghezza i quali saranno l’unica parte dell’orto che sarà calpestata e quindi compattata.
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