La mancata fruttificazione di una pianta da frutto, occasionale o definitiva, può essere provocata da molteplici cause.
La mancanza di produzione in un albero adulto che fiorisce regolarmente.
Se la fioritura è regolare bisogna fare una distinzione tra gli alberi di varietà autofertili (che si impollinano da sole) e che quindi fruttificano anche isolate dalle varietà che invece necessitano di una varietà impollinatrice nelle vicinanze (autosterili).
Normalmente se una varietà autofertile fiorisce ma non produce frutti significa che i suoi fiori, o i frutticini appena tornati, sono stati danneggiati da parassiti vegetali o animali, oppure dagli abbassamenti di temperatura,o da piogge primaverili prolungate (vedi primavera 2013).
Fra i parassiti vegetali la monilia va presa in considerazione prima degli altri, è infatti un fungo microscopico che distrugge i fiori delle drupacee; fra i parassiti animali invece troviamo le falene che attaccano i fiori di ciliegio, le tentredini che attaccano i frutticini di susino, di pero, di melo, gli antonomi del melo e del pero che attaccano gemme e fiori. Ottimo contro questi funghi e spennellare il tronco e tutti i rami subito dopo l’allegagione di bicarbonato di sodio sciolto in acqua almeno 3/4 volte fino alla formazione del frutto.
Anche gli abbassamenti di temperatura oltre i limiti sopportabili da gemme e fiori spesso “uccidono” il pistillo (la parte femminile del fiore)impedendo quindi la trasformazione in frutto e nei casi più gravi possono distruggere addirittura le gemme.
Più spesso questi danni sono causati dai ritorni del freddo che si manifestano poco prima o dopo della ripresa vegetativa. Nei frutteti più sviluppati la difesa può essere realizzata in due modi: irrigando sopra chioma facendo cadere l’acqua sulle piante la quale gela e ricopre di ghiaccio gemme e rami cedendo così calore e mantenendo solitamente temperature non dannose; oppure irrigando sotto chioma creando una nebbia che rallenta la perdita di calore del terreno, tanto più se forma ghiaccio, come nel caso precedente, rilasciando calore. Se si possiede un numero limitato di piante invece si possono ricoprire con tessuto non tessuto o di polietilene durante la notte per difenderle da abbassamenti di temperatura non oltre i 2-3 gradi sotto zero.
Anche nel caso di varietà autosterili la mancanza di produzione può essere causata da attacchi parassitari o dal freddo, anche se nella maggior parte die casi è dovuta alla mancanza di impollinazione dei fiori, dovuta alla mancanza di polline da una varietà diversa. La fecondazione può quindi mancare se nelle vicinanze non esiste una varietà diversa della propria, oppure se mancano gli insetti pronubi che visitando i fiori per procurarsi il cibo normalmente provvedono anche al trasferimento del polline.
Se non è presente nelle vicinanze una varietà diversa il rimedio più rapido, seppur provvisorio, è rappresentato dall’appendere sull’albero, in periodo di fioritura, un secchio pieno d’acqua in cui siano immersi rami in fiore di una varietà differente. Per melo, pero e albicocco qualunque pianta di varietà diversa può andare bene, per ciliegio e susino le cose sono diverse: per il ciliegio servono rami in fiore di una varietà autofertile; per il susino rami di una varietà compatibile con quella posseduta.
Se invece ci si trova in mancanza di insetti pronubi si agisce inserendo nel frutteto in fioritura una famiglia di api prendendola magari a noleggio da un apicoltore o introducendo un nucleo di bombi appositamente allevati.
Gli olivi invece, meritano delle considerazioni particolari, infatti la mancanza o quasi di produzione (considerando di aver scelto la varieta giusta) da parte di questa specie può essere causata principalmente dalle seguenti cause: eccesso di vigoria, insufficienza di boro o danni dovuti a infezioni di cicloconio (detto occhio del pavone).
Gli eccessi di vigoria si verificano spesso nei giardini dove si fanno frequenti irrigazioni e importanti concimazioni, oppure dove si è in presenza di una pianta autosterile e manca quindi l’impollinazione incrociata. A seconda del caso specifico occorre effettuare potature leggere e limitare l’irrigazione per ridurre la vigoria o inserire una pianta di altra varietà per favorire l’impollinazione.
Attraverso un’analisi delle foglie si può rilevare un’insufficienza di boro, risolvibile con un’irrorazione alla chioma durante la mignolatura con un prodotto a base di boro. Questo tipo di insufficienza influisce in maniera negativa sulla germinabilità del polline e sulla vitalità dell’ovocellula che deve dar vita al frutto.
Infine i danni dovuti a infezioni di cicloconio provocano la caduta delle foglie e tolgono all’albero l’indispensabile luogo per la maturazione delle gemme.
La mancanza produzione in un albero adulto per mancata fioritura
Solitamente la mancanza di fioritura in un albero adulto può essere un fenomeno temporaneo, rappresentato da un ritardo, se ad esempio ci troviamo di fronte un innesto effettuato in vivaio con marze prelevate da piante molto giovani o da rami vigorosi, o una combinazione di innesto tra varietà e portinnesto molto vigorosi, fallimento dell’innesto e sviluppo del portinnesto, o potature troppo energiche.
Al contrario può essere un fenomeno occasionale se collegato all’alternanza di produzione (abbondante in un anno e scarsa nel successivo) e si può manifestare con frequenza nel melo, quando non si mantiene un equilibrio tra attività vegetativa ed attività produttiva dell’albero con il diradamento dei frutti. Attraverso un attento diradamento dei frutticini infatti si riduce la produzione di gibberellina, sostanza prodotta dai semi, che impedisce la formazione delle gemme a fiore che sono responsabili della produzione dell’anno successivo.
Poco dopo la fioritura è quindi consigliabile diradare i frutticini lasciando ad esempio solo il frutticino al centro del mazzetto evitando così una eventuale mancata produzione dell’anno successivo.
In ogni caso dopo un anno di scarsa produzione si consigli di eseguire una pratica biodinamica “la pasta per tronchi” con caratteristiche di rinvigorire la pianta.
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