Molte di quelle che noi definiamo erbe infestanti sono invece delle prelibatezze, commestibili ottime nelle insalate, nei ripieni, nelle frittate o per insaporire anche altri cibi.
Quando raccogliamo delle erbe selvatiche dobbiamo osservare alcune precauzioni:
- Evitare le strade trafficate o zone dove ci sono fonti d’inquinamento , o dove ci sono campi dove sono stati usati pesticidi o vecchi raccolti che nel suolo potrebbero ancora avere tracce di pesticidi che possano danneggiare le piante e comprometterne la sicurezza.
- Cosa importante da ricordare è che non tutte le piante selvatiche sono commestibili. Per evitare errori non raccogliere erbe che non sei sicuro di aver riconosciuto.
- Cogli nel modo corretto senza danneggiare le radici in modo che possano poi riprodursi.
- Evitare di raccogliere le erbe in parchi dove vanno cani gatti etc.. la presenza di feci potrebbe contaminare la nostra pianta e soprattutto se noi decidiamo di consumarle crude.
Impariamo insieme a conoscerne alcune erbe selvatiche commestibili:
La piantaggine: diffusa ai bordi dei sentieri, prati di montagna o zone incolte, ottima da mangiare in associazione con altre erbe. Si mangiano le foglie che è possibile utilizzare in frittate o insalate. E’ una pianta perenne, perciò può esser raccolta tutto l’anno. Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, da giugno ad agosto; i semi si ottengono recidendo le spighe in agosto-settembre, quando cominciano a imbrunire.Con la piantaggine si preparano gustose insalate agresti e squisiti minestroni. Può essere usata in insalata ma è sovente unita ad altre piante, lessata e condita con olio e aceto aromatico.
Il finocchio selvatico: dalla fine dell’inverno alla tarda primavera si trovano i giovani fusti da utilizzare in misticanza o in pinzimonio, mentre da luglio ad ottobre si trovano i fiori e di seguito i frutti. Un consiglio, per raccogliere i fiori non abbattete tutta la pianta, è inutile perché il lavoro di selezione poi andrà comunque fatto a casa, quindi conviene farlo sul posto lasciando la pianta viva che così potrà riemettere nuovi fiori.
I fiori vanno utilizzati freschi oppure seccati all’ombra e poi sgranati. Per raccogliere i frutti, sgranando le ombrelle direttamente sul posto mettendo sotto una bustina di carta, consiglio le giornate asciutte di fine ottobre. La base delle foglie ed i giovani fusti si mangiano in insalate aromatiche che accompagnano gli arrosti, oppure in proporzione con altre erbe selvatiche in misticanza.
I fiori ed i semi si usano per aromatizzare arrosti, fettine alla pizzaiola, castagne lesse, pasticceria varia, biscotti salati. Inoltre sempre con semi o fiori essiccati o freschi, si confezionano gradevoli tisane ed un liquore digestivo.
Il dente di leone o tarassaco: le foglie sono amare ma hanno un alto contenuto di ferro, si possono mangiare cotto o crude in insalata, i boccioli in insalata o sott’olio e i fiori in pastella. Le foglie sono molto nutrienti. Hanno un contenuto in beta-carotene maggiore delle carote e contengono più ferro degli spinaci. Il tarassaco contiene anche vitamine B-1, B-2, B-5, B-6, B-12, C, E, P e D, biotina, inositolo, potassio, fosforo, magnesio e zinco. La radice contiene lo zucchero inulina. Qualsiasi parte della pianta è commestibile quindi fiori foglie e radici. In primavera è preferibile consumare le foglie crude e nelle successive stagioni si consigliano cotte.
La carota selvatica: comune nei luoghi pietrosi, cresce spesso in grandi distese e fiorisce in estate. Si mangia la radice e le foglie, crude o aggiunte a zuppe e minestre. Se scegliete di raccogliere le radici, ricordate di mantenere sempre viva qualche pianta. Possiede le stesse sostanze nutritive della carota.
La bardana: molto comune lungo i fossati o in montagna a bassa quota, fiorisce in estate, si raccoglie e si utilizza la radice, lo stelo fioreale, i piccioli e le foglie. Non appena raccolta la radice, sarebbe utile spargere i semi in zona ( staccandoli dalla pianta ). La radice è grossa solo nelle piante di 2-3 anni, mentre in quelle piccole è troppo piccola per esser utilizzata, perciò è meglio lasciarla dov’è e raccogliere eventualmente solo le foglie e i piccioli. La radice va cotta a lungo, anche al vapore, poi condita con del semplice olio evo, lo stelo ( che va raccolto prima della fioritura ), va pulito dalle foglie e dalla parte fibrosa e cotto. I piccioli possono esser cotti o fritti in pastella.
La cicoria vera: è una pianta molto diffusa e comune in pianura, fiorisce in estate e la raccolta viene eseguita prima della fioritura. Di questa pianta si mangiano le foglie (crude e cotte), i giovani germogli in insalata.
Tra le erbe selvatiche commestibili molto diffusa è il “Topinambur“, che oltre a regalare bellissimi fiori gialli, presenta un tubero commestibile dal sapore molto gradevole che può essere consumato sia crudo nelle insalate che cotto, come contorno o aggiunto ai minestroni. I tuberi del Topinambur hanno il pregio di poter essere utilizzati liberamente dai diabetici in quanto non contengono glucosio.
Pianta infestante molto nota è l’Ortica, utilizzabile come infuso o decotto, caratterizzata da grandi proprietà diuretiche e depurative, oltre essere ricca di proteine, vitamine, enzimi, e sali minerali. L’Ortica ha molteplici usi in cucina, può essere impiegata infatti come verdura cotta, nelle minestre, nei risotti e persino cruda nelle insalate miste.
Il periodo ideale per la raccolta è la primavera ma in pratica si può raccogliere da febbraio-marzo quando compaiono i primi germogli fino ad ottobre-novembre quando il freddo la fa morire. Si raccoglie tutta la pianta tagliandola a 10 cm da terra. Quando ormai è fiorita si possono raccogliere le singole foglie. I giovani germogli o le foglie sono impiegati, dopo cottura, per preparare frittate, sformati e risotti; è ottima anche bollita e condita con olio e limone. Non vanno mangiati i semi della pianta e per il fatto che è una pianta urticante vi consigliamo di raccoglierla sempre con i guanti.
La Parientaria è ricca di ricca di mucillagini, tannini, flavonoidi e sali di potassio, si può raccogliere l’intera pianta prima della fioritura. Dopo la fioritura è preferibile raccogliere solo le sommità più tenere. E’ preferibile cucinarla come l’ortica, da usare in minestroni, frittate o lessa.
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