Come curare i pomodori dalla messa a dimora al momento della raccolta con il metodo biodinamico.
Una volta messo a dimora, il pomodoro va seguito e curato per tutto il ciclo di coltivazione con una serie di interventi agronomici per essere sicuri di ottenere un buon raccolto è ideale seguire le indicazioni del calendario biodinamico, facendo queste operazioni in giorni di fiore/frutto.
Ecco allora come curare i pomodori con il metodo biodinamico.
La concimazione del pomodoro
Il pomodoro è molto esigente dal punto di vista nutrizionale.
Oltre alla concimazione effettuata al momento della preparazione del terreno con un compost maturo occorre seguire la coltura con periodiche distribuzione di macerato di ortica e eventualmente fare concimazioni minerali a base di microelementi.
Un’alternativa può essere anche la fertirrigazione che consiste nell’apportare gli elementi fertilizzanti tramite l’acqua di irrigazione attraverso la manichetta forata, predisposta sotto la pacciamatura.
In questo caso si utilizzano prodotti solubili in acqua facilmente reperibili negli empori agrari o nei garden center sempre di origine organica e biologica
L’irrigazione della pianta di pomodoro
Una corretta irrigazione è alla base di una buona riuscita di questa coltura.
Se le piante vengono poco irrigate crescono in modo stentato, presentano una cascola (caduta) dei fiori più elevata, maggiori marciumi e una ridotta produttività.
Irrigazioni eccessive invece aumentano il rischio di malattie fungine, peggiorano la qualità dei frutti e aumentano il dilavamento degli elementi nutritivi del terreno.
Come regola generale non si deve eccedere con le irrigazioni nel periodo immediatamente successivo alla messa a dimora.
Il maggiore fabbisogno d’acqua da parte del pomodoro coincide con l’aumento della temperatura con un fabbisogno di anche 4-5 litri al giorno.
Se si parla di terreni sciolti le irrigazioni devono essere anche giornaliere, mentre se si è in presenza di terreni pesanti e/o argillosi possono essere meno frequenti.
Per evitare l’insorgenza di malattie fungine come peronospora e batteriosi è necessario irrigare al mattino presto o la sera e il sistema più usato è quello per scorrimento-infiltrazione laterale dentro solchi che però, se non ben gestita, può portare a malattie fungine a carico del colletto e delle radici delle piante.
Se invece la disponibilità d’acqua non è molta, si prevede normalmente la somministrazione dell’acqua al piede delle piante con un tubo di gomma o tramite innaffiatoio.
Nelle colture sotto tunnel le irrigazioni dovranno essere più frequenti rispetto al pieno campo poiché la coltura non può avvalersi dell’acqua delle precipitazioni atmosferiche.
> Come coltivare il pomodoro in vaso
La cimatura della pianta di pomodoro
Si interviene con questa pratica solo sulle varietà di pomodoro a crescita indeterminata, dopo che si sono formati almeno 5-6 palchi fiorali.
Si prosegue eliminando la parte terminale (apice) della pianta per un tratto di circa 10-15 cm, tagliandola con un coltello o con la forbice, ottimo e farlo in luna discendente per limitarne il vigore.
Non è fondamentale ma è utile qualora si volesse accelerare la fine della coltura, ad esempio perché occorre preparare l’aiola per seminare o trapiantare altri ortaggi, oppure se l’imminente arrivo della stagione fredda non permetterebbe la maturazione di ulteriori frutti nella parte più alta della pianta: è superflua invece negli impianti precoci, dove le piante possono portare a maturazione in tranquillità tutti i palchi prima che arrivi l’inverno.
Questa pratica comporta un lieve anticipo della raccolta e anche un aumento della pezzatura dei frutti dei palchi superiori.
La sfemminellatura
La sfemminellatura è un intervento fondamentale nella coltivazione di varietà a crescita indeterminata anche se nelle varietà da salsa, per pelati o da essiccare generalmente non si esegue in quanto di norma sono a crescita determinata, lasciando crescere liberamente le piante che assumono un aspetto cespuglioso.
Questa pratica, detta anche “scacchiatura” consiste nell’eliminazione dei germogli che si sviluppano all’ascella delle foglie mentre il germoglio apicale (la “testa della pianta”) va lasciato libero di crescere.
E’ un’operazione da svolgere a mano durante tutto il ciclo colturale del pomodoro, recidendo i germogli quando sono ancora piccoli e teneri, intervenendo a più riprese.
Gli scopi di questa pratica sono molteplici, è utile a contenere lo sviluppo vegetativo della pianta che cosi asciuga prima dopo una pioggia o una rugiada mattutina risultando meno soggetta a malattie fungine e contemporaneamente permette di ottenere file di piante più ordinate.
Un altro vantaggio riguarda la maggiore pezzatura dei frutti che si raccolgono, infatti se si lasciassero crescere le femminelle produrrebbero fiori e frutti che toglierebbero energia alla produzione dei palchi principali.
Nel caso di piante innestate o di varietà vigorose si può lasciare la femminella più robusta nella parte più bassa della pianta crescendola come fosse un secondo fusto.
Le femminelle di 10-15 cm di lunghezza si possono invece utilizzare per ottenere piantine con le stesse caratteristiche della pianta madre da utilizzare per impianti tardivi. Dopo la sfemminellatura è consigliabile effettuare un trattamento a base di rame, irrorando la vegetazione.
La legatura
Se manca la pacciamatura è bene procedere regolarmente al asporto delle erbe infestanti per mezzo di zappature o direttamente con le mani, soprattutto nelle prime fasi di crescita delle piantine, per evitare che le erbe infestanti entrino in concorrenza con loro nel consumo di nutrienti e acqua, se questa pratica viene eseguita durante la costellazione del capricorno togliamo vigore alle erbe infestanti
La rincalzatura e la defogliazione
La rincalzatura di effettua solo sulle aiole non pacciamate e consiste nel “dare terra” accostandola alla base delle piante.
Si emettono così le piante a emettere nuove radici assorbenti, si eliminano le erbe infestanti e si formano, se non è predisposta la manichetta forata, e solchi per l’irrigazione per scorrimento-infiltrazione laterale.
Tale operazione va eseguita su piante giovani, poiché su piante adulte rovinerebbe le radici.
La defogliazione invece consiste nell’eliminare manualmente le foglie a mano a mano che sui diversi palchi i frutti sono prossimi alla maturazione per esporli cosi ai raggi solari, limitando l’operazione ai palchi più bassi.
E’ un’operazione non fondamentale che permette però un anticipo della raccolta e una migliore colorazione dei frutti che si presentano più sani.
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